LAMEZIA TERME È impietoso il dato per Domenico Gattuso e “L’Altra Calabria”, che non riescono ad andare oltre l’1.35% circa, vale a dire poco più di diecimila voti per quella che si proponeva come l’alternativa a sinistra a Oliverio e alla sua corazzata di otto liste. La prima analisi del candidato governatore è affidata al suo profilo facebook: «Diranno che abbiamo fatto testimonianza, che viviamo fuori dalla realtà, che la sconfitta era certa», scrive amaro Gattuso. E il suo è un mea culpa completo, una valutazione del dato politico che non lascia spazio alla giustificazione di avere come avversari delle autentiche macchine da voti: «I risultati non premiano la fatica e l’impegno profusi da tanti, ma la responsabilità è mia in primo luogo e me la assumo per intero».
Eppure è difficile attribuire a un solo uomo il fardello di aver fatto naufragare così clamorosamente la lista che nel nome, nel simbolo e soprattutto nell’ideologia s’ispirava alla sinistra greca di Tzipras. È infatti necessario riconoscere che sarebbe stato utopistico raggiungere percentuali più elevate puntando su una campagna elettorale con pochissime risorse e con pochissimi spunti d’interesse mediatico, oltre che con candidati perlopiù sconosciuti. Ma Gattuso non perde la voglia di partire da questo (esiguo) supporto elettorale per portare avanti il progetto “L’Altra Calabria”: «Noi manteniamo il nostro sorriso mite e la consapevolezza che siamo nel giusto: continuiamo a costruire, non possiamo fermarci proprio ora anche se sarà dura ripartire».
Alessandro Tarantino
x
x