COSENZA Il “perfect day” di Mario Oliverio inizia alle 3.45 di notte, quando il governatore calabrese, “scortato” da tre dei suoi quattro figli, fa ingresso nella segreteria allestita nel cuore di Cosenza. L’abbraccio con i suoi sostenitori, poi la promessa: «Inizia la nostra missione, quella di cambiare la nostra regione». Il candidato del centrosinistra vince con ampio margine e regala a Matteo Renzi un’altra regione che finora appartenuta al centrodestra. È cappotto per il leader dem, nonostante la bassa affluenza che non dovrebbe lasciare sereni i maggiorenti. Dopo Abruzzo, Piemonte e Sardegna, adesso tocca alla Calabria cambiare colore.
In piazza XI Settembre i primi ad arrivare, già prima della chiusura delle urne, sono il bersaniano Nico Stumpo e la dalemiana Enza Bruno Bossio. L’ex responsabile dell’organizzazione dem quasi non sta nella pelle, anche se davanti alle telecamere fa prevalare la prudenza: «Oliverio sarà il presidente di tutti i calabresi». Si vede – ma solo per qualche minuto – pure Rosario Mirabelli, un passato nell’Ncd di Alfano e Gentile, adesso transitato nella lista dei fedelissimi del neopresidente. Pino Soriero e Pasqualino Mancuso si dedicano ai selfie, da conservare a futura memoria. Luigi Guglielmelli è come in trance. Non parla, almeno fino all’arrivo di Oliverio. Le uniche battute che concede agli amici riguardano il derby (triste) Milan-Inter. Ernesto Magorno fa capolino attorno alle 2.30 ma un’ora prima, in contemporanea con il tweet di Matteo Renzi che celebra il successo del Pd, detta alle agenzie una dichiarazione con cui dichiara chiusa la partita elettorale: «Ora ci tocca ricostruire una regione fatta a pezzi dal centrodestra di Scopelliti».
Nicola Adamo e Carlo Guccione aspettano per diverse al chiuso di un albergo, poi arrivano per l’abbraccio a Oliverio. È la serata dell’orgoglio degli ex pci, Pietro Midaglia trattiene a stento le lacrime. In questa fredda notte cosentina di fine novembre non c’è spazio per i dissidi. Baci tra Bruno Censore e Pietro Giamborino, Franco Pacenza preferisce un profilo più basso ed è prodigo di consigli con i cronisti alla ricerca di certezze su soglie di sbarramento e attribuzione dei seggi.
Oliverio saluta la piccola folla: «Da oggi si cambia muisica, via clientele e discrezionalità alla Regione ma senza pregiudizi: non ci sarà uno spoil system basato sulle casacche politiche, ma tolleranza zero per la pigrizia». Giovanni Varca – lo storico autista del presidente – piange come un bambino per l’emozione. Franco Iacucci, il Richelieu di Mario «u lupu», passeggia in disparte fingendo disinteresse. Alle 4.30 ancora una piccola folla staziona davanti alla segreteria del nuovo governatore. C’è Rino Gaetano in sottofondo. Il cielo sopra Cosenza è «sempre più blu».
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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