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RENZI A REGGIO | Le proteste dei lavoratori

REGGIO CALABRIA Lo sciopero non è arrivato, le uova sì. Nonostante la Fiom abbia fatto un passo indietro sulla giornata di astensione convocata per oggi – «grazie all’impegno assunto dal sindaco Fa…

Pubblicato il: 28/11/2014 – 14:00
RENZI A REGGIO | Le proteste dei lavoratori

REGGIO CALABRIA Lo sciopero non è arrivato, le uova sì. Nonostante la Fiom abbia fatto un passo indietro sulla giornata di astensione convocata per oggi – «grazie all’impegno assunto dal sindaco Falcomatà per la risoluzione della vertenza in atto», si è detto ieri, in virtù dell’accordo raggiunto con l’azienda sul pagamento delle mensilità arretrate, dice oggi il segretario della Fiom di Gioia Tauro, Pasquale Marino – i lavoratori in piazza ci sono. In molti iniziano a presentarsi davanti alle ex officine Omeca fin dalle prime ore del mattino, forse confusi dai molteplici repentini cambi di programma istituzionale, come dal balletto di convocazioni prima annunciate, quindi smentite dai sindacati. Sta di fatto, però, che i lavoratori, circa 300 in piazza, ci sono. I più vengono da Reggio e dall’hinterland. C’è una folta delegazione della Piana, ma anche una sparuta rappresentanza di catanzaresi. I più lavorano in posti diversi e con mansioni diverse, ma le rivendicazioni li accomunano: nella Calabria piegata da inoccupazione, disoccupazione e salari spesso negati, chiedono diritti, lavoro, futuro. C’è chi da tempo non percepisce stipendio, chi con la miseria garantita dalla cassa integrazione non sa più come far quadrare i conti «non a fine mese, ma alla fine della prima settimana del mese», chi il lavoro non lo ha più e chi pensa ad emigrare, «ma – dice uno dei manifestanti – non ho neanche i soldi per il biglietto del treno».

lanzetta

È questa la Calabria che voleva mostrarsi a Matteo Renzi. Di fronte all’imponente schieramento di forze dell’ordine, i lavoratori hanno urlato per ore i propri slogan, con l’obiettivo, o meglio la speranza, di farsi ascoltare dal premier. Ma Renzi ha fretta. Arriva e va via in meno di un’ora. Le macchine della delegazione istituzionale passano veloci, senza neanche rallentare, di fronte al presidio e si infilano in fretta dietro i cancelli dello stabilimento reggino dell’AnsaldoBreda. Un atteggiamento che fa imbestialire i manifestanti che moltiplicano gli slogan, le urla, anche gli insulti all’indirizzo del premier.

Si registra qualche momento di tensione, i lavoratori provano a sfondare la lunga fila di transenne che li tiene a notevole distanza dai cancelli della fabbrica. Pretendono che una delegazione incontri Renzi o che il premier quanto meno si avvicini. Chiedono di partecipare all’incontro che si svolge all’interno, chiedono che il questore intervenga per consentire loro una riunione – anche breve – con il presidente del Consiglio. Ma il tempo è poco – spiega un funzionario della polizia – e Renzi ha fretta. «Una sconfitta per lui più che per noi – dice il segretario Fiom della Piana di Gioia Tauro – è Renzi che ha problemi a confrontarsi con lavoratrici e lavorarori. Noi – continua – volevamo solo chiedere a Renzi di dare risposte più concrete ai bisogni di lavoratrici e lavoratori, a partire da quelli che percepiscono ammortizzatori sociali. Ma anche sulle proposte dei sindacati, la Cgil e la Fiom, su Gioia Tauro, la Zes, il futuro dell’area industriale, l’A3. Renzi deve pensare che la Cgil rappresenta 6 milioni di lavoratori, non può non discutere con noi».

Alessia Candito

a.candito@corrierecal.it

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