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Mafia, primi risultati per la Commissione Gratteri

ROMA Nicola Gratteri oggi è atteso a Palazzo Chigi, un passaggio rapido dopo la seduta del Consiglio dei ministri che ha cominciato a tradurre in norme parte dei suggerimenti contenuti nel primo bl…

Pubblicato il: 02/12/2014 – 10:53
Mafia, primi risultati per la Commissione Gratteri

ROMA Nicola Gratteri oggi è atteso a Palazzo Chigi, un passaggio rapido dopo la seduta del Consiglio dei ministri che ha cominciato a tradurre in norme parte dei suggerimenti contenuti nel primo blocco di proposte elaborate dalla commissione tecnico-giuridica affidata appunto a Gratteri. Un secondo e più corposo blocco verrà ultimato dalla Commissione Gratteri entro la fine dell’anno.
Intanto, su proposta del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il Consiglio dei ministri ha approvato la scorsa notte le proposte della Commissione Gratteri contenute in uno schema di disegno di legge recante la delega al governo per la riforma del Libro XI del codice di procedura penale. Modifiche alle disposizioni in materia di estradizione per l’estero: termine per la consegna e durata massima delle misure coercitive.
È un passaggio delicato, questo, dell’attività fin qui svolta dalla Commissione (con Gratteri collaborano Antonio Mazzone, Luigia Spinelli, Sebastiano Ardita, Roberta Aprati, Alfredo Viola, Ambra Iovene, Francesco Viganò, Alberto Macchia, Piercamillo Davigo, Piero Gaeta, Maia Luisa Miranda, Gianluca Varraso e Renato Bricchetti) perchè punta a elevare le garanzie processuale eliminando però tempi morti e conflitti tra norme e leggi preesistenti.
La riforma, infatti, trae origine dal riconoscimento dell’inadeguatezza dell’attuale sistema normativo di assistenza giudiziaria, a fronte di una criminalità, specie quella organizzata, che ha esteso il raggio di azione ben oltre i confini del territorio di un singolo Stato, anche sfruttando tutte le opportunità offerte dalla globalizzazione dei mercati e dalle nuove tecnologie di comunicazione e di gestione dell’informazione.
«La modifica di questo settore del codice di rito penale – sottolinea una nota diffusa da Palazzo Chigi – costituisce una priorità di azione anche nella prospettiva della ratifica di molte convenzioni internazionali, finalizzate, appunto, a rafforzare la cooperazione nel contrasto ai fenomeni criminali sovranazionali. Le modifiche agli articoli 708 e 714 del codice di procedura penale rispondono, inoltre, all’esigenza di colmare una lacuna normativa, in più occasioni segnalata anche dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione».
Un ambito, questo, molto caro a Gratteri per via delle esperienze accumulate in diverse indagini sovranazionali, e infatti la nota di Palazzo Chigi evidenzia come «l’obiettivo del presente intervento normativo risulta, pertanto, essere quello di semplificare e velocizzare le procedure di assistenza giudiziaria (rogatorie) e di estradizione. Inoltre, le modifiche consentiranno una maggiore cooperazione giudiziaria penale tra gli Stati e, di conseguenza, rafforzeranno gli strumenti di prevenzione e repressione dei fenomeni criminali di dimensioni sovranazionali, potenziando, conseguentemente, la fiducia reciproca nei rispettivi sistemi di giustizia».
Altro punto è la previsione di non punibilità in casi di «particolare tenuità del fatto», provvedimento di depenalizzazione che dovrebbe smaltire l’arretrato in molte cancellerie. In questo caso il Consiglio dei ministri ha approvato uno schema di decreto delegato che recepisce le proposte elaborate dalla commissione ministeriale con l’obiettivo di rivedere il sistema sanzionatorio e dare attuazione alla legge delega 67 del 2014 in materia di pene detentive non carcerarie e depenalizzazione.
La nota ufficiale di Palazzo Chigi, nel merito evidenzia che «l’istituto, costruito quale causa di non punibilità, consentirà una più rapida definizione, con decreto di archiviazione o con sentenza di assoluzione, dei procedimenti iniziati nei confronti di soggetti che abbiano commesso fatti di penale rilievo caratterizzati da una complessiva tenuità del fatto, evitando l’avvio di giudizi complessi e dispendiosi laddove la sanzione penale non risulti necessaria. Resta ferma la possibilità, per le persone offese, di ottenere serio e adeguato ristoro nella competente sede civile. L’attuazione della delega consentirà ragionevolmente, nel breve periodo, di deflazionare il carico giudiziario restituendo alla giustizia la possibilità di affrontare con nuove energie indagini e processi complessi, la cui definizione possa essere ritardata o ostacolata dalla pendenza di processi relativi a fatti di particolare tenuità».
Nella parte di lavoro già consegnata alla presidenza del Consiglio dalla commissione Gratteri, trovano spazio inoltre un pacchetto che riforma i reati ambientali e istituisce quello delle cosiddette “ecomafie”; la modifica dell’articolo 416ter sul voto di scambio in modo da coprire il vuoto di tutela recentemente rilevato dalla Cassazione; nuove norme per le intercettazioni ambientali, telefoniche e della corrispondenza anche qui alla luce dei rilievi mossi dalla Corte di cassazione e sfociati nelle polemiche che hanno caratterizzato il caso del processo ai presunti assassini di Gianluca Congiusta.

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