Forse farebbe bene, a dieci giorni dal voto che lo ha consacrato nuovo governatore della Calabria, Mario Oliverio a smettere per un attimo i panni del globe-trotter per inaugurare, magari attraverso una conferenza stampa, la stagione della chiarezza e della trasparenza che molti di quanti hanno votato per lui e tantissimi di quanti hanno deciso di disertare le urne (in Calabria sono i veri vincitori delle ultime elezioni regionali) attendono e auspicano.
Senza un’operazione di chiarezza, Oliverio rischia, suo malgrado, di apparire un leader che ha molte idee ma tutte in conflitto fra loro. Un collage delle cose che lui e il suo entourage hanno fatto filtrare in questi giorni, infatti parrebbe accreditare una figura di governatore che è esattamente l’opposto di quella disegnata dal candidato Oliverio in campagna elettorale.
A partire dal canovaccio dell’“uomo solo al comando”. In campagna elettorale, nei dibattiti pubblici e nei comizi ha decisamente respinto una tale figura ma allora come leggere le sue esternazioni del dopo voto? Si candida a commissario per la Sanità e nel contempo invoca (un vecchio pallino) l’incarico di commissario unico per la gestione del fondo destinato alla messa in sicurezza del territorio calabrese (200 milioni incagliati dal 2009). Se poi gli parlate dell’emergenza rifiuti, il nostro non disdegna l’idea di tornare al commissariamento (peraltro minacciato in queste ore dal governo per via delle salate multe in arrivo dall’Europa) con lui, ovviamente, commissario.
Vuole mano libera nella scelta della giunta regionale, e questo può starci, ma fa sapere che mira a una giunta di soli esterni, cosa che lo Statuto attuale gli impedisce: gli assessori sono massimo sei e gli esterni al consiglio regionale massimo tre. Ribatte Oliverio, cambiamo lo Statuto, ma almeno su questo converrà che non può farlo da solo e che nel programma si parla di correggere la legge elettorale non l’intero Statuto.
E comunque servono tempi tecnici, a meno che non voglia fare il commissario anche del consiglio regionale appena eletto, e nelle more la Calabria e le sue emergenze non possono attendere. Controrisposta di Oliverio: allora facciamo una mini-giunta, solo quattro assessori in attesa di cambiare lo Statuto. Il che significa che Oliverio si candida ad essere oltre che governatore e tri-commissario (sanità, rifiuti e dissesto idrogeologico) anche detentore di un enorme pacco di deleghe, visto che quattro assessori sono pochini per smazzare le competenze della Regione? Non vorremmo che a furia di sentirsi ripetere in campagna elettorale l’affettuoso appellativo di “SuperMario”, Oliverio si sia davvero convinto di esserlo.
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