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Collettiva autonomia: il concerto che “minaccia” le donne

REGGIO CALABRIA È già finita la luna di miele del neo sindaco di Reggio Calabria con il mondo delle associazioni? Forse. Di certo quelle femministe, da tempo attive per la difesa dei diritti delle …

Pubblicato il: 04/12/2014 – 16:50
Collettiva autonomia: il concerto che “minaccia” le donne

REGGIO CALABRIA È già finita la luna di miele del neo sindaco di Reggio Calabria con il mondo delle associazioni? Forse. Di certo quelle femministe, da tempo attive per la difesa dei diritti delle donne riunite nella “Collettiva autonomia”, non hanno per nulla gradito la decisione del primo cittadino della città dello Stretto, Giuseppe Falcomatà di patrocinare il concerto di Natale al teatro Cilea, organizzato per raccogliere fondi in favore del “Movimento per la vita”. In un comunicato stampa le donne dell’associazione ricordano infatti che «patrocinare un evento da parte di un’istituzione vuol dire, citiamo testualmente: “darne un riconoscimento simbolico, accordarne il supporto, condividerne gli intenti”». Propositi che le donne della “Collettiva” non esitano a mettere nero su bianco, richiamando gli “obiettivi” che fanno bella mostra di sé sul sito del “Movimento per la vita” a partire dalla riforma profonda dei consultori familiari da trasformare nello «strumento con il quale lo Stato, quando ritiene di non dover né punire né proibire l’aborto, tuttavia si schiera limpidamente a protezione dei diritti del nascituro», per proseguire con «la proclamazione legislativa che tutti gli esseri umani sono uguali fin dal concepimento attraverso il riconoscimento della capacità giuridica» e senza dimenticare la «proposta all’Onu di una moratoria sull’aborto». Obiettivi che per le attiviste della “Collettiva” «attentano di fatto alla libertà di scelta delle donne» e sono incompatibili con il carattere necessariamente laico di un’amministrazione che oggi viene chiamata a «rendere conto» delle proprie scelte. «Non pensiamo di dover aggiungere altro se non che, in “soldoni”, noi donne saremmo ridotte a semplici “contenitori riproduttivi”, private di fatto, con la richiesta di introduzione del riconoscimento giuridico del feto, di ogni libertà di decidere della nostra vita e del nostro corpo – si legge nella nota diffusa dall’associazione -. Il sostegno del Comune di Reggio Calabria, a chi attenta di fatto alla nostra autodeterminazione, alla 194 e alla laicità dello Stato, non possiamo accettarlo». Per le donne della “Collettiva” «sarebbe il caso di aprire una riflessione sulla concessione dei patrocini ricordando che costituiscono una “cartina di tornasole” per definire la linea e le scelte politiche di un’amministrazione. In quest’ottica vogliamo quindi chiedere al sindaco e al governo della città di esprimersi chiaramente in merito a questa scelta, la tanto annunciata e auspicata “trasparenza” vorremmo venisse messa in pratica proprio a cominciare dal prendere una posizione netta e chiara in merito».

 

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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