CATANZARO Il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina, ha risposto a due interrogazioni a risposta in commissione del deputato del Movimento 5 Stelle Paolo Parentela. «La risposta del ministro – afferma Parentela – premia le dure battaglie del M5S riconoscendo che le misure di eradicazione, con la distruzione totale degli alveari, hanno comportato danni rilevanti agli operatori economici. Studiare eventuali linee di intervento non più volte alla eradicazione, bensì solo al contenimento sono dunque le nuove direttive del governo, le regioni sono avvertite quindi stop a misure drastiche e, qualora fosse ritenuto idoneo dall’Europa, via libera alle misure “per il ripristino del potenziale produttivo danneggiato, ovvero misure nell’ambito del regime del de minimis”». Del tutto prive di senso per Parentela, membro della commissione Agricoltura per il M5S, appare invece l’indagine che vuole avviare il ministro «per comprendere la provenienza dell’Aethina tumida» poiché, si afferma nelle interrogazioni parlamentari del deputato precedenti la risposta del ministro, «gli esperti dicono che “l’Aethina è arrivata in Europa e oramai ci rimarrà stabilmente” e allora è senza dubbio più sensato un “intervento diretto sul coleottero, la limitazione del proliferare delle popolazioni tramite le trappole per il controllo degli adulti, i trattamenti larvicidi nonché l’utilizzo della lotta integrata”». E della serie “oltre il danno la beffa”, Parentela riferisce che «il ministro ha dato il suo impegno per definire l’attivabilità del fondo di solidarietà nazionale» volto a risarcire gli apicoltori che «hanno avuto gli apiari distrutti in conseguenza dell’infestazione» ma subito dopo ha evidenziato la «scarsità di risorse a disposizione per gli interventi compensativi del fondo» che rende «necessaria una nuova base giuridica, possibilmente con adeguate dotazioni finanziarie che dovrà preventivamente essere notificata alla commissione come aiuto di Stato».
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