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Sigilli all'impero dei Gallico nella Capitale

REGGIO CALABRIA All’erario risultavano poco più che nullatenenti, ma grazie ai soldi del clan Galico erano riusciti a mettere le mani su società, immobili ed esercizi commerciali di pregio nella Ca…

Pubblicato il: 04/12/2014 – 7:18
Sigilli all'impero dei Gallico nella Capitale

REGGIO CALABRIA All’erario risultavano poco più che nullatenenti, ma grazie ai soldi del clan Galico erano riusciti a mettere le mani su società, immobili ed esercizi commerciali di pregio nella Capitale, come il noto “Bar Chigi”, che per decenni ha servito caffè a ministri e parlamentari. Per questo motivo, il tribunale di Reggio Calabria ha disposto la sorveglianza speciale con obbligo di dimora nel Comune di residenza e cauzione di 5mila euro ciascuno per Francesco Frisina e il nipote Alessandro Mazzullo, come pure il sequestro di tutti i beni a loro direttamente o indirettamente riconducibili. Sotto sigilli è finito un patrimonio di oltre 3,5 milioni di euro, che insieme al 30% delle quote societarie del noto bar del centro storico romano, comprende anche quote sociali e intero patrimonio aziendale della Macc4 S.r.l, proprietaria del bar “Antiche Mura”, due immobili di pregio e 12mila metri quadri di uliveto e diversi rapporti finanziari bancari, postali ed assicurativi. È questo l’esito dell’operazione Caput Mundi eseguita per ordine della Dda reggina dagli uomini del comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, con il supporto dello Scico di Roma. Destinatari del provvedimento emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale reggino eseguito oggi dai militari sono vecchie e giovani leve della cosca Gallico, che – come dimostrato da diverse inchieste e procedimenti – da tempo hanno spostato nella capitale parte dei loro affari. Stando a quanto emerso dalle indagini, Frisina, figlio di uno dei protagonisti della sanguinosa faida fra i Gallico e i Condello, e Mazzullo, giovane e rampante rampollo del clan, poco dopo essersi trasferiti nella capitale erano riusciti a porre in essere una serie di operazioni finanziarie, finalizzate all’acquisizione, diretta o indiretta, di diversi immobili, nonché alla gestione di varie attività commerciali, soprattutto nel settore della ristorazione, oggi tutti finiti sotto sequestro. Un’operazione che i Gallico non avevano portato avanti in autonomia, ma anche grazie agli uomini della cosca Alvaro, già in passato pizzicati a fare “shopping” di storici bar, ristoranti e locali pubblici di gran pregio a Roma. Con Caput mundi – afferma la Guardia di Finanza nella propria nota – «non fa che confermare la continua e inarrestabile infiltrazione delle ‘ndrine nel tessuto economico e imprenditoriale capitolino».

 

a.c.

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