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Italcitrus, l'assicurazione di Scopelliti risarcirà il Comune?

REGGIO CALABRIA La vicenda Italcitrus torna a far discutere. Sarà, adesso, l’assicurazione dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti a chiarire se la copertura del debito nei confronti del Comune di Regg…

Pubblicato il: 07/12/2014 – 10:25
Italcitrus, l'assicurazione di Scopelliti risarcirà il Comune?

REGGIO CALABRIA La vicenda Italcitrus torna a far discutere. Sarà, adesso, l’assicurazione dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti a chiarire se la copertura del debito nei confronti del Comune di Reggio sarà coperto o meno. Infatti, il giudice dell’esecuzione ha autorizzato la chiamata in giudizio della compagnia indicata da Scopelliti dopo l’iscrizione dell’ipoteca su una parte della sua abitazione. Il Comune, a breve, saprà se potrà incassare le somme riconosciute dalla sentenza della Corte dei conti. 

L’ipoteca sulla casa di Scopelliti è stata autorizzata solo a garanzia del credito. Ma il caso Italcitrus è ora pendente davanti alla Corte di Cassazione. Intanto l’ex governatore ha tirato in ballo la compagnia assicurativa. Se dovesse pagare l’assicurazione, il Comune avrebbe i soldi e la casa di Scopelliti sarebbe liberata dall’ipoteca. Ma è ancora tutto da chiarire. Anche, la posizione della stessa compagnia assicurativa in merito alla richiesta di risarcimento. 

 

L’IPOTECA SULLA CASA DI SCOPELLITI E LA VICENDA ITALCITRUS

Il Comune ha potuto ipotecare solo la metà dell’immobile che risulta intestato a Scopelliti e alla moglie Barbara Varchetta, ma Palazzo San Giorgio ha comunque voluto assicurarsi quei trecentomila euro di risarcimento danni, che per ordine della Corte dei Conti l’ex sindaco di Reggio Calabria dovrebbe pagare in qualità di responsabile dell’acquisto dell’ex fabbrica per la trasformazione degli agrumi Italcitrus. Nel 2003 l’acquisto della fatiscente fabbrica di Catona – pagata all’imprenditore Emidio Francesco Falcone due milioni e mezzo di euro, dopo una perizia che stabilì che il valore dell’immobile era esattamente pari a quanto chiesto dal proprietario – venne definito necessario perché proprio lì avrebbe dovuto sorgere una fantomatica sede Rai. Ma nessuno da viale Mazzini si è mai trasferito in riva allo Stretto, tanto meno quell’immobile ormai in rovina, è mai stato destinato ad altro uso. Con il passare degli anni, la struttura – costruita in eternit – è stata lasciata a marcire, mentre le intemperie hanno portato alla luce l’anima di cemento e amianto che – stando ai progetti all’epoca annunciati – avrebbe dovuto essere rapidamente bonificata. Un pessimo affare per l’allora giunta Scopelliti, ma soprattutto per l’allora sindaco che per quell’incauto acquisto nel 2009 era stato condannato dalla Sezione territoriale della Corte dei conti per un danno erariale di 1,3 milioni di euro. 

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