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Corruzione in carcere, atteggiamenti sospetti dei detenuti

COSENZA Erano stati notati atteggiamenti sospetti in alcuni detenuti. Lo hanno riferito due agenti della polizia penitenziaria in un’udienza che si è svolta questa mattina nell’aula 9 del tribunale…

Pubblicato il: 09/12/2014 – 16:43
Corruzione in carcere, atteggiamenti sospetti dei detenuti

COSENZA Erano stati notati atteggiamenti sospetti in alcuni detenuti. Lo hanno riferito due agenti della polizia penitenziaria in un’udienza che si è svolta questa mattina nell’aula 9 del tribunale di Cosenza, nell’ambito del procedimento che cerca di fare luce su presunti scambi di denaro con un agente della polizia penitenziaria e detenuti del carcere di Cosenza. Nel processo sono imputati: Salvatore Gabriele, Erminio Mendico, Fabio Bruni, Vincenzo Ciriello, Luigi Cozza, Antonio Albanese, Giovanni Giannone, Dimitri Bruno, Massimo Imbrogno. Parte offesa è il ministero della Giustizia. Gabriele, nella sua qualità di assistente capo della polizia penitenziaria, in forza alla casa circondariale “Sergio Cosmai” di Cosenza – secondo l’accusa rappresentata dal pm Antonio Bruno Tridico – avrebbe accettato la promessa di denaro che gli sarebbe stata fatta dai detenuti Erminio Mendico, Fabio Bruni e Vincenzo Ciriello, tutti ristretti nello stesso carcere, allo scopo di compiere – è scritto nel provvedimento del gip in fase di indagini preliminari – un atto contrario ai suoi doveri d’ufficio, consegnando loro, in violazione delle prescrizioni di legge, tre telefoni cellulari e altrettante sim card di sua proprietà o in suo uso personale in modo da consentire agli stessi detenuti di effettuare colloqui non autorizzati. I fatti sarebbero stati commessi a Cosenza dal settembre 2010 fino a ottobre 2010. In particolare, Gabriele avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a un detenuto non identificato, ristretto nello stesso carcere, mettendo a disposizione tre cellulari e tre sue sim card in modo da consentire al detenuto di fare colloqui non autorizzati e avrebbe arrecato «un ingiusto danno all’amministrazione di appartenenza». I detenuti sono accusati di aver ricevuto un cellulare e una sim card. Nello specifico – è scritto nei capi di imputazione – Ciriello avrebbe promesso del denaro a Gabriele per ottenere il cellulare.
Tornando all’udienza di oggi, i due agenti della polizia penitenziaria hanno riferito di aver notato – in quel periodo di tempo oggetto di indagini – di atteggiamenti sospetti di alcuni detenuti. In particolare, Brogno è stato visto parlare nel corridoio del carcere con l’assistente di polizia Gabriele in un’ora insolita per i detenuti. La difesa di Imbrogno ha chiesto, infatti, di specificare l’orario esatto nel quale l’imputato sarebbe stato visto.
Si è tornato poi a parlare dei telefonini rinvenuti nella disponibilità di Gabriele e poi sequestrati da altri agenti. Perché si sarebbe trasgredita la regola del divieto dei cellulari per i detenuti.
Nelle ultime udienze stanno salendo sul banco dei testimoni diversi colleghi di Gabriele, sia chi all’epoca della vicenda era in servizio nel penitenziario e sia chi si è poi personalmente occupato del caso.
Si torna in aula il prossimo 13 gennaio.

 

Mirella Molinaro

m.molinaro@corrierecal.it

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