CATANZARO «Lo sciopero di venerdì prossimo è stato proclamato dal governo stesso che non ha accettato le proposte concrete che i sindacati hanno avanzato sui temi dello sviluppo e la crescita del lavoro, procedendo unilateralmente verso una strada che fa crescere ulteriormente il divario tra Nord e Sud. Non è uno sciopero politico come vogliono far credere». A dirlo è stato il segretario generale della Uil calabrese Santo Biondo, incontrando i giornalisti, insieme a quello della Cgil Michele Gravano, per illustrare i motivi dello sciopero generale del 12 dicembre prossimo. «In Calabria – ha proseguito Biondo – Renzi continua a fare la politica degli annunci, ma mancano i fatti concreti. I fondi europei che potevano essere utilizzati per riuscire a dare respiro ai lavoratori in difficolta’ rischiano di tornare indietro. Siamo in ritardo sulla programmazione dei fondi 2014/2020 per questioni burocratiche relative all’assenza di un governo in Calabria. Allora la famosa Cabina di regia a cosa è servita? Se manca il lavoro deve essere garantito loro uno strumento che restituisca dignità, qualunque nome abbia, sussidio o reddito di cittadinanza». E sulla cabina di regia e l’impegno che i sindacati si aspettano per i lavoratori da parte del nuovo governo regionale Gravano ha sostenuto che «Oliverio deve dare sul lavoro e la crisi dei precari un segnale sicuro e prendere quei provvedimenti che la cabina di regia fino ad ora ha mancato». «È necessario – ha aggiunto il segretario della Cgil – che vengano mantenuti gli impegni che attraverso il sottosegretario Delrio erano stati assunti dall’esecutivo. Renzi in Calabria ha fatto solo passerelle ed è stato contestato qui come altrove perché la sua politica sta causando al Pd perdita di consenso e popolarità. I risultati dell’assenteismo alle ultime regionali ne sono un chiaro segnale». Allo sciopero non ha aderito la Cisl. Su questo Gravano ha aggiunto: «Hanno fatto le loro valutazioni che differiscono dalle nostre su legge di stabilità e Jobs Act, ma questo è un credito molto forte per un governo, specie in Calabria dove la disoccupazione è più elevata che nel resto di Italia e c’è un povero ogni due abitanti, che sta mortificando lavoratori, pensionati e sindacati».
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