CATANZARO E venne il giorno dell’insediamento. Sedici giorni dopo la chiusura dei seggi, Mario Oliverio si è insediato, stamani, alla guida della Regione Calabria. La cerimonia, breve, si è tenuta a Palazzo Alemanni, nel cuore di Catanzaro, dove il neogovernatore ha incontrato il presidente facente funzioni uscente Antonella Stasi per il classico passaggio di consegne.
Accolto da una folla di giornalisti, da qualche neoconsigliere regionale e soprattutto da alcuni parenti tra cui le nipoti, Oliverio ha avuto modo di scambiare qualche battuta con Stasi prima di incontrare i giornalisti nel suo primo appuntamento ufficiale alla guida della Regione Calabria. Una conferenza stampa lunga e approfondita, in cui Oliverio si è soffermato a trattare diversi temi che saranno oggetto della sua azione amministrativa già da questa sera, quando sarà a Roma per incontrare esponenti di primo piano del governo Renzi, come i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Delrio e Lotti e il ministro Poletti. Un incontro all’insegna della sobrietà come ci tiene a sottolineare lo stesso governatore: «Ho voluto che questo appuntamento fosse un momento sobrio perché è di questo che abbiamo bisogno ora. La Calabria vive un periodo in cui povertà e difficoltà economiche sono a livelli elevati e dobbiamo dare il segnale, anche nei piccoli gesti, che da oggi le cose sono cambiate».
L’EMERGENZA LAVORO Le questioni da affrontare nell’immediato, secondo Oliverio, a parte l’attenzione speciale da dedicare alla sanità, sono almeno tre: «Tra i principali impegni da portare avanti non posso non tenere in considerazione il lavoro. La nostra regione vive un momento drammatico: ci sono oltre ventiseimila persone in cassa integrazione e più di cinquemila Lsu-lpu che necessitano di risposte serie e immediate, visto che è da due anni che non percepiscono stipendi. Parliamo di migliaia di famiglie il cui disagio è pesante. Già nei giorni scorsi, ho avuto modo di concordare con gli uffici preposti una rimodulazione delle disponibilità derivanti dal Fondo sociale europeo per destinare una dotazione di 40 milioni di euro per far fronte alle esigenze della cassa integrazione per il 2013 che si vanno a sommare al medesimo importo garantito dal governo all’Inps. Inoltre, altri 40 milioni di euro saranno utilizzati per le politiche di contrasto alla povertà».
I RIFIUTI La situazione rifiuti è al collasso, le politiche degli ultimi anni sono state vane e insufficienti, tanto che le necessità impellenti evidenziate da Oliverio riguardano la «ricognizione rapida ma approfondita dello stato dell’arte sul tema rifiuti», un passaggio necessario per «offrire soluzioni e iniziative tese a fronteggiare l’emergenza e a costruire un progetto applicabile di gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti».
FONDI EUROPEI Terza questione, la gestione dei Fondi europei, tema su cui Oliverio si è soffermato a lungo: «È necessario partire dalla consapevolezza che rischiamo di perdere circa 1 miliardo e 200 milioni di euro della programmazione 2007-2013 che non sono stati impegnati e spesi. Il primo intervento sarà quello di capire quanto possiamo recuperare di questa cifra e come fare per impegnarne il più possibile prima che si debbano restituire i fondi a Bruxelles. Fatto questo, anzi contestualmente a tale esigenza, dobbiamo prevedere il piano di investimenti per i fondi 2014-2020: abbiamo perso già quasi un anno e non possiamo permetterci altri ritardi».
SANITA’ Merita un’attenzione particolare, il comparto della Sanità e Oliverio lo sa bene: «Nei prossimi giorni, chiederò che il governo, nel prossimo Consiglio dei ministri, ratifichi la mia nomina a commissario straordinario per la sanità in Calabria così come disposto dalla legge. Dopo una ricognizione assieme al generale Pezzi sulla situazione attuale, inizierò a lavorare a quelle pratiche di riorganizzazione efficace che la sanità richiede affinché si possano portare i livelli assistenziali al pari del resto d’Italia, riducendo così a un dato meramente fisiologico il ricorso all’emigrazione sanitaria. Per fare questo, non potrò essere un uomo solo al comando, ma sarà necessaria l’istituzione di una squadra strutturata, ampia e competente».
Le esigenze della Calabria, così come elencate da Oliverio, sono tutte però secondarie a una impostazione differente dell’intera macchina amministrativa: «Per fare quello di cui abbiamo discusso e tutto il resto di cui c’è bisogno, è necessario che la macchina regionale sia efficiente, superando le lotte campanilistiche per un simbolo, per un pennacchio. A partire dalla giunta, passando per il consiglio regionale, che tornerà a svolgere un ruolo centrale nella vita amministrativa, fino ad arrivare ai singoli dipartimenti e ai dirigenti. A proposito di dirigenti, approfitto di questa occasione per chiedere pubblicamente a coloro i quali sono stati nominati in questi ultimi giorni di rimettere il mandato ricevuto. Si tratterebbe di un gesto di serietà e disponibilità nei confronti non solo della nuova amministrazione, ma soprattutto della Calabria intera».
LA DIRIGENZA Il dubbio che al posto dei dirigenti nominati dal centrodestra, Oliverio voglia mettere dei suoi uomini di fiducia, s’insinua tra i presenti, tanto che è lo stesso governatore a mettere subito in chiaro le cose: «Non si tratta di occupare posti dirigenziali con persone scelte sulla base di amicizia e affinità politica: ci tengo a mettere in chiaro che il metodo di selezione saranno solo ed esclusivamente la competenza e le capacità specifiche. Anzi, a voi giornalisti, chiedo di misurarmi su questo terreno. Soltanto con questa impostazione e con la voglia di riorganizzare seriamente la struttura regionale, sarà possibile dar seguito all’esigenza di efficienza di cui ho parlato». «Non tutto – continua Oliverio – è negativo all’interno della macchina regionale, ma purtroppo le cose positive sono ben poche rispetto agli aspetti da rivedere. Ad esempio, ritengo necessario procedere a una riorganizzazione razionale degli enti di scopo che dovranno essere quindi snelliti e resi più agili per far sì che siano in grado di rispondere alle esigenze per cui erano stati creati. Tutto questo è sicuramente un’opera ardua, non lo nego, ma è realizzabile se ci sarà un impegno corale da parte di tutti. Ecco perché, tra le cose da fare a breve, magari anche prima della fine dell’anno, rientra la necessità di un incontro con tutti i sindaci calabresi al fine di iniziare un percorso comune che sia capace di produrre stimoli e soluzioni condivise per l’intero territorio».
«UN SOLO MANDATO» Riorganizzazione e messa a punto della macchina regionale, un obiettivo ambizioso da realizzare nel più breve tempo possibile, mettendo comunque in conto rallentamenti e magari ostracismo interno. Tema su cui, però, Oliverio rassicura: «Io starò in carica solo cinque anni, non dieci. Non ho intenzione di ricandidarmi, lo dico sin da ora, pertanto potrò operare con le mani libere da condizionamenti di ogni sorta e cercherò di cambiare la Calabria. Inoltre, la consapevolezza che questa che si apre oggi è l’ultima opportunità per la nostra terra di rimettersi sul binario dello sviluppo, mi spinge a credere nella voglia di rispondere positivamente a queste mie indicazioni da parte di tutti».
Merito ed efficienza, dunque, ma anche trasparenza: «La Regione – ha proseguito infatti Oliverio – dovrà essere un palazzo di vetro, non accetterò alcuna deroga a questo precetto e nessuno si aspetti alcun tipo di clemenza se contravverrà a tale p
rincipio: se vogliamo risollevare la fiducia dei calabresi nelle istituzioni, non ci sono altre strade alternative a questa. E poi una cosa deve essere chiara: la stagione delle clientele è chiusa. Chiusa definitivamente».
Prima di concludere con il racconto delle emozioni della giornata, Oliverio prende posizione sulla mancata assegnazione di un seggio in consiglio regionale a Wanda Ferro e parla del rapporto con le minoranze: «Ritengo sia stato un grosso errore la modifica in questi termini della legge elettorale e proprio su questo aspetto interverremo con la nostra proposta per la legge elettorale da approvare entro un anno da oggi. Risulta infatti assurdo che, nonostante la scelta di migliaia di calabresi di voler essere rappresentati da Wanda Ferro, oggi lei non possa accedere al consiglio regionale. Per quanto attiene invece il confronto con le minoranze in Consiglio, credo che dovremo puntare a una convergenze di massima sui temi importanti, lavorando, ognuno per la propria parte, ma sempre con l’intenzione di dar vita a un rapporto costruttivo». Tradotto: nessuna alleanza con Ncd, la maggioranza che governerà è quella uscita dalle urne: «La maggioranza che è stata eletta sarà la maggioranza che esprimerà il governo della Regione. Ciò non significa – ha aggiunto – che verrà eretto un recinto. Siamo pronti a lavorare, sul merito delle questioni che interessano la nostra regione, con tutte le forze che sono in Consiglio regionale improntando la nostra attività al massimo rispetto tra maggioranza e opposizione e al confronto costruttivo. No, dunque, al consociativismo ma confronto sul merito».
Gli ultimi scampoli dell’incontro sono dedicati alle emozioni e qui Oliverio non contiene la commozione descrivendo l’incontro con le nipotine giunte a Palazzo Alemanni a salutarlo: «In tanti, in questi giorni, mi hanno detto: “Presidente, auguri, ma non vorrei essere al suo posto”. Capisco benissimo che ci sia sfiducia e scoramento, perché la situazione è più che complessa. Oggi, però, entrando qui dentro e vedendo le mie nipotine, ho pensato di essere ancora più orgoglioso di essere alla guida di questa regione perché avrò l’occasione di lavorare per il futuro delle giovani generazioni».
Alessandro Tarantino
redazione@corrierecal.it
x
x