CATANZARO «È grave la situazione che si sta delineando nel trasporto ferroviario regionale calabrese». A denunciarlo, in una nota congiunta, sono le segreterie regionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Ugl-Taf, Fast-Ferrovie e Orsa Ferrovie secondo cui «al peggio non c’è mai fine».
«Nel corso degli ultimi anni – prosegue la nota – Trenitalia ha portato avanti un percorso di dismissioni e isolamento della Calabria, nell’indifferenza generale della classe politica tutta che, al di là di qualche iniziativa propagandistica, non ha mai messo in atto azioni efficaci per tentare di costringere Fs a invertire questa rotta. Negli ultimi giorni sono emerse ulteriori scelte che penalizzano ancora i lavoratori e gli utenti. Con decisioni repentine il responsabile del Trasporto regionale ha esternalizzato alcune lavorazioni prima svolte all’interno dell’Officina Regionale Calabria, facendo ovviamente lievitare i costi. Tutto ciò, nonostante i dipendenti abbiano sempre effettuato questa attività con competenze e professionalità. Ha poi deciso di sopprimere le fermate di alcuni treni, penalizzando ulteriormente la fascia jonica e soprattutto la città di Crotone, con un evidente e ulteriore abbandono dell’utilizzo del treno da parte degli utenti che si vedranno costretti ad optare per altri sistemi di trasporto e il conseguente alibi da parte di Trenitalia, nel giustificare con la mancanza di passeggeri, la completa soppressione di quei treni». «A queste scelte scellerate – sostengono le segreterie regionali dei sindacati del settore – si aggiungono le sempre più persistenti difficoltà che riguardano le biglietterie, il materiale rotabile ormai vetusto, le dismissioni della platea lavaggio di Lamezia, Sibari e Cosenza che costeranno il posto di lavoro a circa quaranta lavoratori. Come segreterie regionali siamo fortemente convinti che questo tipo di politica porterà alla definitiva dismissione del trasporto ferroviario calabrese e decisi a porre fine, con tutte le azioni necessarie, allo scempio che si continua a perpetrare ai danni della Calabria».
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