A suo carico non ci sono contestazioni formali, né è dato sapere se la Dda ha già aperto un fascicolo a suo carico, ma dagli approfondimenti investigativi ordinati dal pm Lombardo agli uomini della Dia, il dirigente comunale Pasquale Crucitti, tuttora dirigente del settore Lavori Pubblici, di certo non ne esce bene. Stando a quanto emerge dall’informativa depositata agli atti del procedimento che vede imputati l’ex parlamentare di Forza Italia, Amedeo Matacena, la moglie Chiara Rizzo, lo storico collaboratore, Martino Politi, e la segretaria dell’ex ministro Claudio Scajola, Roberta Sacco, il dirigente comunale avrebbe fatto un enorme favore ai coniugi.
FALSE ATTESTAZIONI PER COPRIRE MATACENA? Come direttore dei lavori dell’appalto per la costruzione del tapis roulant – concretamente realizzato da una società controllata dalla Cogem dei Matacena – «ha effettuato una attestazione non conforme alla realtà». Nella nota del 26 marzo 2014 a firma del dirigente infatti, si afferma candidamente che «con riferimento all’intervento PISU Sistema Ettometrico lungo la via Giudecca – tratto corso Vittorio Emanuele III e Via Filippini, “non sono state affidate in sub-appalto opere relative all’intervento in epigrafe”». Eppure, scrivono gli uomini della Dia non solo «la Giudecca Srl, si è avvalsa di diverse ditte per l’esecuzione di opere in sub-appalto, tra cui la Gimet Srl per l’importo di euro 840.000,00 e la SKYROS Srl, per l’importo di euro 500.000,00, nonché altre ditte per importi inferiori», ma in passato è stato l’ufficio dello stesso dirigente ad autorizzare la società ad autorizzare la società a farlo. A rivelarlo è la nota del 5 novembre 2007 con cui l’ingegnere Giuseppe Granata – all’epoca responsabile del procedimento – informa tanto il suo direttore dei lavori nonché dirigente di riferimento, tanto la Giudecca che la società è autorizzata a subappaltare la realizzazione della copertura metallica dei tappeti mobili alla Gimet e l’esecuzione di opere edili nei tratti 3°, 4° e 5° alla Skyros. Ma al Comune, la Giudecca farà sapere anche che avrebbe stipulato altri subappalti, di importo minore, per i quali non era dunque necessaria alcuna autorizzazione. Si tratta dei lavori di scavo e movimento terra affidati alla ditta Morgante Snc, della pavimentazione “girata” alla A.G. Pavimenti di Artuso Gregorio e della realizzazione di micropali, affidata alla Nuova Geosud di Saraceno & C. Snc.
LA GALASSIA DEI SUBAPPALTI DEL TAPIS ROULANT Sul punto – mette nero su bianco la Dia – gli approfondimenti sono ancora in corso, anche perché – filtra da ambienti vicini alle indagini – non è stato per nulla facile “convincere” Comune e prefettura a mettere insieme gli atti richiesti dalla Dia su mandato del pm Lombardo. Ma se gli investigatori affermano si «sta procedendo al completamento delle operazioni di acquisizione presso gli Enti committenti di copia della documentazione relativa ai citati appalti, nonché ad effettuare una preliminare analisi della stessa», un dato di certo è già emerso. La Nuova Geosud, destinataria di uno degli appalti sottosoglia, è riconducibile a Francesco Saraceno, indagato nell’operazione Entourage, per turbata libertà degli incanti in concorso aggravata dalle modalità mafiose.
GLI SCIVOLONI PASSATI DEL DIRIGENTE CRUCITTI Un dato che avrebbe dovuto essere noto al dirigente Pasquale Crucitti, anche solo perché in quel procedimento è stato indagato anche lui. Per il sospetto all’affidamento dei Servizi di Manutenzione Idrica e fognaria in 11 lotti, il dirigente è stato indagato per turbata libertà degli incanti e falso ideologico, entrambi aggravati dalle modalità mafiose. Un reato che per gli inquirenti all’epoca Crucitti avrebbe commesso in concorso con personaggi del calibro di Emilio Angelo Frascati, figlio di quell’Antonio Frascati condannato in via definitiva a 5 anni come esponente della cosca Libri, Francesco Siclari, amministratore unico della società del clan Libri Edilprimavera e per questo ritenuto espressione della medesima consorteria e Pietro Siclari, ritenuto tra i principali anelli di congiunzione tra il mondo dell’imprenditoria e le ndrine, e per questo colpito da un provvedimento di sequestro beni per oltre cento milioni di euro. Del resto – sottolineano senza al momento approfondire gli investigatori – anche il movente della gambizzazione subita dal dirigente il 9 aprile del 2009, «sarebbe da ricondurre, verosimilmente, all’attività professionale svolta dal Crucitti».
LE INDAGINI PROCEDONO Un punto su cui – forse – potrebbero venire fuori nuovi elementi dalle indagini che la Dia sta continuando a portare avanti. Alla Giudecca, dunque alla Cogem che ne è socia maggioritaria, nel 2010 Crucitti ha affidato il secondo stralcio dei lavori per la realizzazione del Sistema Ettometrico lungo la via Giudecca – tratto Corso Garibaldi/Via Possidonea –, per l’importo complessivo di euro 4.530.658,03. Anche in questo caso, la società che si è aggiudicata l’appalto ha ritenuto necessario subappaltare dei lavori – in questo caso per la realizzazione di un impianto elettromeccanico trasportatore – andati in dote per 1.1 milioni di euro alla Maspero Elevatori spa di Appiano Gentile, nei pressi di Como. Ma gli approfondimenti dei segugi degli investigatori non si limitano al tapis roulant, ma abbracciano tutti gli altri appalti pubblici che la Cogem ha ramazzato negli ultimi quattordici anni. In Ati con altre società, negli ultimi quattordici anni, la società dei Matacena si è aggiudicata gli appalti pubblici più importanti e remunerativi di Reggio Calabria. Ha ristrutturato piazza Orange, ha completato i lavori della Palestra dei Vigili del fuoco e costruito il nuovo cimitero di Cardeto, ha tirato su 120 alloggi popolari nel quartiere di San Brunello e l’edificio della nuova Questura di Reggio Calabria, ha portato a termine i lavori di miglioramento della sicurezza delle fasce laterali della pista 15-33 dell’Aeroporto dello Stretto e quelli di realizzazione del Lungomare di Reggio Calabria.
MATACENA FUNZIONALE AI CLAN Tutti lavori – affermano gli investigatori – che immancabilmente hanno visto le ditte delle più note ed importanti ndrine di Reggio Calabria, dai Tegano ai Libri, dai Latella ai de Stefano. Una circostanza non casuale per il pm Lombardo, secondo cui i subappalti ecumenicamente distribuiti da Matacena e dalla Rizzo «costituivano lo strumento per affidare parte dei lavori relativi alle opere pubbliche già richiamate a soggetti direttamente o indirettamente inseriti nella, o comunque riferibili alla predetta organizzazione criminale di tipo mafioso, con la conseguente volontaria agevolazione del predetto sistema criminale mediante la canalizzazione a suo favore dei connessi vantaggi patrimoniali di rilevante entità». Un’organizzazione che per il pm Lombardo sarebbe «interessata a mantenere inalterata la piena operatività del Matacena e della galassia imprenditoriale a lui riferibile, costituita dalle molteplici società ed aziende prima indicate ed altre in corso di individuazione, che venivano utilizzate, dietro articolate ed indispensabili operazioni di interposizione fittizia in grado di superare gli sbarramenti costituiti dalle informazioni prefettizie, per schermare la vera natura delle compagini sociali, dei consorzi e delle associazioni temporanee di imprese». Ma interesse del sistema criminale, di cui per la Dda l’ex parlamentare di Forza Italia sarebbe diretta espressione, sarebbe stato anche salvaguardare «la destinazione delle relazioni politiche, istituzionali ed imprenditoriali del sistema criminale di tipo mafioso prima richiamato e dal predetto Matacena garantite a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale».
Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it
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