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Le mani delle 'ndrine su New York, 8 arresti

POTENZA Un’operazione antimafia della polizia tra Milano, Matera, Trapani e New York, ha portato all’esecuzione di provvedimenti di custodia cautelare in carcere – emessi dal gip di Potenza su…

Pubblicato il: 11/12/2014 – 8:55
Le mani delle 'ndrine su New York, 8 arresti

POTENZA Un’operazione antimafia della polizia tra Milano, Matera, Trapani e New York, ha portato all’esecuzione di provvedimenti di custodia cautelare in carcere – emessi dal gip di Potenza su richiesta della Procura distrettuale antimafia – nei confronti di otto persone, tutte ritenute responsabili di associazione per delinquere transnazionale, finalizzata alla tentata estorsione e aggravata dalle modalità mafiose.

Le indagini, avviate oltre un anno fa, si sono sviluppate a margine dell’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Reggio Calabria denominata “New bridge”, operazione che consentì, nel febbraio scorso, l’arresto di 26 persone e di disarticolare un sodalizio mafioso, tra Calabria e Stati Uniti, dedito al traffico internazionale di stupefacenti.
Gli investigatori hanno scoperto come, clan di Cosa nostra e della ‘ndrangheta avessero allungato i loro interessi in America, intrecciando rapporti con le storiche famiglie mafiose di New York.
«Le indagini mostrano le condotte di importanti personaggi appartenenti alla mafia e dimostrano le attuali proiezioni internazionali della Cosa nostra e della ‘ndrangheta negli Stati Uniti, nonché le dinamiche in atto in seno alle storiche famiglie mafiose newyorkesi». Così Andrea Grassi, dirigente dello Sco (Servizio centrale operativo) della polizia di Stato commenta le operazioni in atto, che hanno portato all’arresto di 8 persone tra Italia e Stati Uniti. L’operazione messa a segno oggi conclude una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Potenza, condotta dagli uomini della polizia di Stato del Servizio centrale operativo e dalla squadra mobile di Matera.

 

LA RICOSTRUZIONE DEGLI INQUIRENTI 

Lo scenario che emerge dall’inchiesta ”Underboss” sui rapporti tra la Cupola newyorkese dei Gambino e dei Bonanno «è un passato che ritorna» e che dimostra che ci sono «cellule di collegamento tra l’Italia e gli Stati Uniti, forse silenti, ma attive e in espansione», con l’ipotesi che le famiglie della Grande Mela possano cercare un ponte per nuove attività imprenditoriali nel Sud Italia. È quanto hanno spiegato gli investigatori nel corso della conferenza stampa a Potenza. Gli «emissari» americani, inviati in Italia per riscuotere un credito vecchio di 30 anni, hanno trovato appoggi logistici in Sicilia, Calabria e Campania, e l’entità del debito (120 milioni di lire effettivamente ricevuti nel 1983 a fronte di una “richiesta” di 400 milioni e diventati un milione di euro nel 2013) lascerebbero trasparire, secondo i magistrati, la volontà non tanto di recuperare il denaro, ma di aprire – attraverso minacce e intimidazioni – un varco per nuove attività imprenditoriali. Dalle intercettazioni sarebbe anche emerso un «intreccio rilevante», secondo il Procuratore Luigi Gay, e un riferimento a un personaggio indicato «come il capo, a Matera, una persona “di rispetto”», su cui proseguono le indagini.

 

 

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