LAMEZIA TERME Convince anche la federazione regionale dell’Unione sindacale di base la “partenza” del presidente Mario Oliverio. A partire dalle prime dichiarazioni di intenti, che per la sigla può essere “fioriera” di una legislazione vissuta all’insegna di momenti di rottura con il vecchio modo di fare politica. Sempre che, avverte il sindacato, si avvii una nuova stagione per quanto riguarda l’amministrazione dei fondi comunitari e, contemporaneamente, si guardi con occhio nuovo – con un approccio disinteressato volto unicamente all’interesse generale – a settori come sanità e trasporti. «Il discorso d’insediamento durante cui Oliverio si è soffermato sulle priorità della nuova azione di governo – dice il sindacato confederale – fa pensare che, con buone possibilità, il presidente sia pronto a dare il suo contributo affinché in Calabria, finalmente, si attui una gestione della cosa pubblica nell’interesse esclusivo degli amministrati».
«Oliverio si è soffermato sulla grave condizione socio-economica in cui versa la Regione, puntando il dito e indicando come responsabili del disastro in cui ci troviamo, chi ha gestito fino a oggi la macchina amministrativa regionale, e proponendo un nuovo modello di relazioni che dovrebbe passare, contrariamente a chi l’ha preceduto, attraverso ruoli e funzioni ben definiti tra la classe dirigente, le imprese, i corpi intermedi e la politica, dove le clientele, le amicizie personali e le appartenenze saranno bandite e che non ci saranno, per il futuro, metri di valutazione decretati in ragione “dell’amicizia” o per acquisire e consolidare un misero e irrilevante consenso politico».
«Bisogna, dunque, abbandonare – è il monito dell’Usb – un modello di gestione della cosa pubblica che ha fatto precipitare la Calabria all’ultimo posto di tutti gli indicatori sociali ed economici, facendoci diventare la regione più povera d’Europa». «Riteniamo opportuno allora, concedere al nuovo presidente un’apertura di credito per la condivisa idea di chiedere senza mezzi termini ai dirigenti della Regione, di solito nominati per appartenenza politica, a rimettere il mandato e l’incarico nelle mani della nuova amministrazione. L’Usb, rispetto alle enunciazioni del presidente, va oltre e lo invita a estendere, contestualmente, il suo proponimento anche alle aziende partecipate o controllate dove strutturalmente, e ancor di più negli ultimi anni, non sì e mai brillato per quanto riguarda la corretta amministrazione».
«Anche in queste aziende – è quanto affermano gli interessati – c’è un urgente bisogno di una discontinuità della gestione necessaria per recuperare efficienza e soprattutto una dimensione etica. Basta sperpero di denaro pubblico con l’assegnazione d’incarichi, spesso conferiti con i criteri che il Oliverio vorrebbe eliminare, a consulenti utili solo ad affossare i bilanci delle aziende pubbliche e della Regione che consumano risorse che potrebbero contribuire a migliorare la condizione dei cittadini. Una pratica che un politico di lungo corso come il presidente – continua l’Unione sindacati di base – conosce bene, e molto in voga nelle aziende controllate comprese quelle che hanno rischiato di essere chiuse per default, come le Ferrovie della Calabria».
«Sicuramente Oliverio è consapevole che per attivare l’obbligata crescita sociale ed economica del territorio, serve una condivisione e una progettazione su alcune delle questioni urgenti come il lavoro, la sanità, i trasporti, l’ambiente, la tutela e la messa in sicurezza del territorio, il reddito di cittadinanza l’emergenza abitativa giusto per citare alcune problematiche». La federazione regionale dell’Usb – fa sapere il sindacato confederale – è pronta ad assolvere al suo ruolo di soggetto sociale di rappresentanza e, per questo motivo, chiede al presidente Oliverio un incontro formale e di essere presente ai tavoli regionali da quello concernente i Fondi comunitari, le cui normative prevedono l’attivazione del partenariato fino a oggi concesso solo a chi ha partecipato al disastro amministrativo, etico e morale della Calabria, a quelli relativi alle questioni afferenti la sanità, i trasporti e le politiche attive per il lavoro che rappresentano – concludono – le prime emergenze da affrontare».
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