LAMEZIA TERME Il blocco del turnover sanitario è stato lo spauracchio dell’ultima campagna elettorale. Lo spettro da annientare, secondo una visione del tutto bipartisan. Il Tavolo ex Massicci, per tutta risposta, ha dato il suo parere positivo a una deroga, da inserire nella prossima Legge di stabilità, finalizzata al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza sempre più a rischio.
Ma, se è vero che lo stop alle sostituzione del personale andato in pensione ha messo in crisi interi ospedali e reparti per la carenza di medici e infermieri, è pur vero che la misura draconiana imposta dal Piano di rientro sta contribuendo in modo fondamentale alla riduzione dei costi dell’intero settore. I dati che saltano fuori dall’ultimo bilancio preventivo economico consolidato del 2014 dimostrano che un taglio alle spese c’è stato, ed è stato più che sostanzioso. Il costo del personale sanitario è infatti diminuito di circa 17,5 milioni rispetto al 2013. Risparmi che contribuiranno ad alleggerire il debito di un settore ancora in forte passivo ma fino a qualche anno fa in profondissimo rosso.
La manovra, approvata per decreto lo scorso 29 novembre dal commissario ad acta Luciano Pezzi, riporta anche l’entità del fondo sanitario regionale che – al confronto con l’anno precedente – aumenta di circa 63 milioni di euro (da 3 miliardi e 379 milioni a 3,442).
Un’altra novità riguarda l’incremento nell’acquisto dei prodotti farmaceutici per la “distribuzione per conto” (basata sull’acquisto diretto dei medicinali da parte delle Aziende sanitarie), con una contestuale riduzione di quasi 7 milioni per la farmaceutica convenzionata. Il bilancio consolidato 2014 prevede inoltre l’abbattimento del 10% del valore dei beni e servizi non sanitari. Altri 4,9 milioni sono stati accantonati a copertura di azioni di potenziamento dell’offerta sanitaria, in particolare sull’assistenza territoriale e la riabilitazione in “post-acuzie”.
QUANTO COSTA LA SANITÁ
In base ai dati presenti nell’ultima manovra 2014, il valore della produzione sanitaria totale ammonta all’incirca in 3,7 miliardi. I dati più interessanti sono però relativi ai costi della produzione. Solo per l’acquisto di beni sanitari la Calabria spende 460 milioni di euro all’anno. Altro lungo capitolo attiene al costo dei servizi: 247 milioni per la medicina di base; 329 per la farmaceutica; 119 per l’assistenza specialistica ambulatoriale; 65 per l’assistenza riabilitativa. La cifra più elevata riguarda – ed era facile immaginarlo – l’assistenza ospedaliera: 469 milioni. Risorse pari a 18 milioni sono invece destinate al trasporto sanitario, con altri 9 indirizzati come titolo di compartecipazione al personale per l’intramoenia. Corposa anche la voce sui servizi non sanitari, pari a 178 milioni, e sulle consulenze e collaborazioni, che si aggirano sui 2,6 milioni.
IL MONTE STIPENDI
Una parte rilevante del bilancio è riservata al “monte ingaggi” del personale sanitario e no. Gli stipendi dei medici incidono sui conti della sanità per quasi 500 milioni di euro all’anno (489, per l’esattezza), quelli di infermieri e personale del comparto arrivano invece a 400 milioni. I dirigenti sanitari di ruolo non medico ne costano 48, mentre il personale inerente altri ruoli circa 200.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
x
x