ROVITO Sottraeva la benzina dello scuolabus dei bambini. Con questa accusa un dipendente del Comune di Rovito è finito ai domiciliari. Stamattina la sezione pg dei carabinieri di Cosenza, coadiuvata dal luogotenente Sergio Piscioneri, ha arrestato Giovanni Scrivano, 57 anni di Rovito. Il conducente dello scuolabus – secondo le indagini coordinate dal sostituto procuratore Antonio Bruno Tridico – per sei mesi invece di fare benzina per lo scuolabus avrebbe fatto rifornimento personale, riponendo il carburante in appositi bidoni che portava poi a casa.
L’uomo avrebbe adottato un “sistema” ad hoc. Infatti dalle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, il dipendente comunale al momento di fare benzina si metteva in posizione tale da nascondere con il suo corpo i bidoni e poi, prima di andare a prendere i bambini, li nascondeva nella Fiat Panda, parcheggiata nei pressi della sua abitazione. Le indagini hanno consentito di filmare ogni suo spostamento anche grazie ad apposite telecamere – posizionate vicino al distributore della Q8, a Pianette di Rovito – installate su autorizzazione del pm. Con la carta di credito del Comune, Scrivano avrebbe fatto solo in parte benzina per il pulmino, mentre il resto finiva nei suoi bidoni.
Stamattina i carabinieri lo hanno arrestato mentre si trovava al Comune: hanno aspettato che facesse il solito “rifornimento”, che lasciasse i bimbi a scuola e che tornasse in municipio.
Ma quando sono andati a perquisire la sua abitazione hanno scoperto che “l’impiegato modello” oltre a conservare i bidoni pieni di benzina, aveva anche taroccato l’allaccio del gas, utilizzando un filo. Rubava non solo la benzina ma anche il metano.
L’uomo, che è stato pedinato e filmato per mesi, avrebbe sottratto circa duemila litri di benzina da marzo a oggi per un valore di circa tremila euro. La mattina verso le sette andava a prendere il pulmino, faceva benzina, conservava i bidoni e poi andava a prendere i bimbi per portarli a scuola. Insomma, per gli inquirenti, Scrivano aveva un pulmino che «andava come una Ferrari». L’autista dello scuolabus deve rispondere del reato di peculato.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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