REGGIO CALABRIA Reggio rompe con il nuovo a tutti i costi in occasione dell’esposizione “La meravigliosa Antichità”, in mostra fino al 31 gennaio 2015 presso il Museo archeologico nazionale. Seconda parte del progetto “Restituzioni Culturali 2014”, l’evento trae il titolo da un passo del De rebus Rheginis di Giannangelo Spagnolio, «col desiderio – fa sapere la soprintendente Simonetta Bonomi – di evocare la passione e il fervore che le scoperte archeologiche hanno sempre suscitato, e suscitano tuttora, nella città». In particolare, «nell’imminenza della realizzazione del nuovo allestimento museale nell’edificio piacentiniano e della riforma del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, che comporterà dopo sessant’anni la separazione del museo dalla Soprintendenza, questa mostra – continua ancora Bonomi – vuole illustrare, attraverso documenti, foto e oggetti, la storia del lungo e complesso rapporto fra Reggio e le sue antichità.
Il percorso espositivo inizia con la narrazione delle vicende articolate che hanno portato la città a prendere coscienza del proprio passato, per poi a dotarsi di un museo in cui conservarne le testimonianze materiali. Prosegue con l’illustrazione della storia del museo civico e dei suoi personaggi, nonché della «vivace dialettica» tra Stato e Comune sul patrimonio archeologico, per arrivare alla creazione del nuovo museo Nazionale con il «tormentato» progetto di Marcello Piacentini, fino ai successivi sviluppi dell’istituzione. La mostra sarà inaugurata domenica 21 dicembre, alle ore 11, alla presenza del sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, del presidente della Provincia Giuseppe Raffa, dell’assessore alle Politiche e alla pianificazione culturale Eduardo Lamberti Castronuovo, del rettore dell’Università Mediterranea Pasquale Catanoso, della soprintendente Simonetta Bonomi e del funzionario della soprintendenza Rossella Agostino, della direttrice dell’Archivio di Stato Maria Giuseppina Marra, del direttore del dipartimento di Architettura e territorio Gianfranco Neri, nonché del curatore della mostra Carmelo G. Malacrino, ricercatore e docente di Storia dell’architettura antica e mediavale dell’Università Mediterranea.
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