ROMA C’è anche Nicola Gratteri nella rosa del Movimento 5 Stelle per il Quirinale. Il nome del procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria compare in un elenco che in queste ore circola tra i deputati pentastellati. Oltre a Gratteri ci sono i nomi di Piercamillo Davigo e Raffaele Cantone.
Lo schema è quello annunciato: ci saranno le “quirinarie”, i grillini faranno scegliere alla rete i loro nomi, ma valuteranno anche quelli proposti dagli altri: «Lo abbiamo fatto anche per la Corte costituzionale – spiega Beppe Grillo – vogliamo trovare una persona completamente al di fuori dei partiti, se lo sceglie un’altra forza alla fine va bene». La partita, però, è più complessa. Perché a Renzi non conviene stare al gioco dei 5 Stelle (permettendo loro di presentare un eventuale accordo come una vittoria e tenendo fuori Forza Italia) quanto provare a eroderli ancora, proponendo un nome che li divida ulteriormente. L’intenzione è usare come puntello i dissidenti già usciti e quelli che verranno.
Giochi e tatticismi della politica che Nicola Gratteri liquida con un sorriso e una battuta ironica: «Io al Quirinale? Di sicuro utilizzerei i corazzieri per fare polizia giudiziaria». Gratteri è a Roma per i lavori conclusivi della Commissione che presiede e che ha incarico di fornire al governo un testo di norme che semplifichino e rendano più efficace il processo penale e l’azione di contrasto alla corruzione ed alla criminalità organizzata. La sua foto nel servizio apparso su la Repubblica con riferimento al gradimento dei “grillini”, e il carico di telefonate e messaggini che si porta appresso, gli crea solo un leggero imbarazzo: «Ho un sacco di lavoro da chiudere, se serve a stemperare il clima ben venga tutto ma restiamo ancorati alla realtà delle cose».
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