REGGIO CALABRIA Sono stati eletti il 23 novembre ma per prendere possesso del loro scranno, i trenta consiglieri regionali calabresi, dovranno attendere il nuovo anno. Il presidente uscente del Consiglio, Franco Talarico, ha infatti rinviato al 7 gennaio la prima riunione della decima legislatura inizialmente convocata per lunedì 29. Ufficialmente il rinvio è stato determinato dalla richiesta avanzata dal forzista Ennio Morrone, impossibilitato a partecipare per via di una fastidiosa influenza che lo costringe a restare a letto. Nella stessa richiesta, è fatto riferimento, inoltre, anche all’impossibilità per altri consiglieri regionali di opposizione di essere presenti alla seduta del 29 in quanto fuori sede (molto più prosaicamente “impegnati” nel lungo ponte natalizio).
Ma non mancano i retropensieri di fronte a una scelta giudicata un po’ da tutti «abbastanza inusuale». Il non detto, smentito ufficialmente da tutti, è che la maggioranza abbia strumentalmente utilizzato la richiesta di Morrone (che nella missiva indirizzata a Talarico e per conoscenza al nuovo governatore Mario Oliverio) per prendere altro tempo sulla scelta del nuovo presidente del consiglio regionale. Il nodo, come noto, riguarda l’individuazione della personalità su cui puntare, anche se la partita ormai sembra ristretta tra il catanzarese Vincenzo Ciconte e i reggini Nicola Irto e Mimmo Battaglia. «In merito alle tante chiacchiere che sento sulla nomina del presidente del consiglio regionale, mi preme chiarire che questa coalizione ha avuto un largo consenso ed è giusto che il presidente della massima assemblea elettiva calabrese sia espressione della maggioranza», spiega Oliverio. «Il nuovo presidente del consiglio regionale – prosegue – sarà un uomo che condivide le idee programmatiche del presidente della giunta». Qualcosa in più si dovrebbe capire all’inizio della prossima settimana quando la maggioranza tornerà a riunirsi dopo la cena (pre)natilizia a Sarrottino.
Oliverio, comunque, ostenta sicurezza. E a chi gli fa notare che la partenza al rallentatore non rappresenta certo un buon biglietto da visita per presentarsi ai calabresi, replica: «Al nostro interno non c’è nessun problema. Ho detto sì al rinvio del primo Consiglio perché, nel rispetto delle esigenze di un’importante forza politica d’opposizione, non mi è sembrato opportuno mettermi di traverso rispetto a tale richiesta. Ho sollecitato il presidente Talarico a procedere alla convocazione di una nuova seduta entro pochi giorni, cosa che è realmente accaduta».
Dunque, per il suono della prima campanella della nuova legislatura si dovrà attendere il giorno successivo all’Epifania e non è escluso che per quella data Oliverio faccia il suo ingresso nell’Astronave con i galloni di commissario alla sanità. Il consiglio si riunirà in seconda convocazione l’8 gennaio. Come atto iniziale, il Consiglio sarà chiamato a eleggere, secondo quanto previsto dallo Statuto, il presidente e l’Ufficio di presidenza (composto da presidente, due vicepresidenti, uno dei quali in rappresentanza delle opposizioni, e da due segretari-questori, uno dei quali in rappresentanza delle opposizioni. Le operazioni si svolgeranno con votazione separata e a scrutinio segreto. Sempre secondo quanto stabilito nello Statuto (articolo 20), il presidente è eletto a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio. Se dopo due scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, nel terzo, da tenersi nel giorno successivo, è sufficiente la maggioranza dei voti dei consiglieri regionali.
Una volta definiti gli organi di vertice, il consiglio regionale sarà chiamato ad approvare – magari già il 9 o 10 gennaio – l’esercizio provvisorio di bilancio. L’atto è stato già adottato dal governatore ma deve essere ratificato dall’assemblea di Palazzo Campanella. Si tratta di un passaggio fondamentale considerate che senza il via libera a tale strumento finanziario sarà impossibile, giusto per fare un esempio, procedere al pagamento degli stipendi dei dipendenti della Regione.
E non è finita qui perché Oliverio intende portare in Consiglio, nella prima metà di gennaio, le modifiche allo Statuto regionale, con l’abolizione della figura del consigliere “supplente” e l’introduzione del princìpio di incompatibilità tra la figura del consigliere e quella di assessore regionale. Solo dopo il disco verde alla prima lettura di questa riforma, la giunta Oliverio (forse) vedrà la luce.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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