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Morrone e il cortocircuito azzurro

REGGIO CALABRIA La nota porta la firma di sei consiglieri regionali sugli otto eletti da Forza Italia in Calabria. Il succo è questo: si stanno consumando «giochi di Palazzo» tra la nuova maggioran…

Pubblicato il: 27/12/2014 – 18:33
Morrone e il cortocircuito azzurro

REGGIO CALABRIA La nota porta la firma di sei consiglieri regionali sugli otto eletti da Forza Italia in Calabria. Il succo è questo: si stanno consumando «giochi di Palazzo» tra la nuova maggioranza e alcuni settori delle opposizioni. Il destinatario dell’invettiva dei vari Tallini, Orsomarso, Salerno, Graziano, Mangialavori e Cannizzaro (che sembra sia stata partorita anche con l’assenso della coordinatrice regionale del partito Jole Santelli) è il capogruppo uscente degli azzurri Ennio Morrone. Più che una critica la loro è una piena sconfessione di quanto affermato dallo stesso Morrone nella missiva con cui è stato chiesto (e accordato) il rinvio dal 29 dicembre al 7 gennaio (ufficialmente per l’influenza che ha colpito Morrone e per l’indisponibilità di alcuni consiglieri) del primo consiglio regionale della decima legislatura calabrese. Segue un aut aut che non lascia spazio a molte interpretazioni: noi lunedì ci presenteremo comunque a Reggio Calabria e invitiamo tutti i colleghi del centrosinistra a fare lo stesso.

«È passato più di un mese dal voto – scrivono i sei consiglieri eletti in Forza Italia e Casa delle Libertà – venti giorni dalla proclamazione del presidente, ma si naviga a vista. Non c’è la giunta, non c’è l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale, lo Statuto viene clamorosamente disatteso (il termine per il varo della giunta è di dieci giorni dalla proclamazione), molti dirigenti si sono dimessi, alcune importanti aziende sanitarie sono senza vertici. Ora si ipotizza un rinvio a lunga scadenza del consiglio regionale, magari utilizzando la sponda che verrebbe offerta da singoli consiglieri della minoranza, impossibilitati a partecipare alla prima riunione dell’assemblea». 

Il vertice in programma per sabato a Cosenza, che doveva servire a definire una strategia in vista del primo Consiglio, è saltato proprio per l’indisponibilità di Morrone e di Alessandro Nicolò a partecipare. Il confronto tuttavia è stato soltanto rinviato a lunedì pomeriggio, sempre nella città dei Bruzi e in quella sede si potranno misurare realmente le ambizioni dei singoli.

Dunque, è guerra aperta. E nel mirino finisce pure il governatore Mario Oliverio, accusato dai berlusconiani di non aver impedito il rinvio dell’avvio della legislatura. La sensazione è che dietro tale decisione, ufficializzata dal presidente uscente del Consiglio Franco Talarico, ma con il consenso dello stesso Oliverio, ci sia la necessità di sistemare qualcosa pure nel centrosinistra, dove ancora deve essere trovato l’accordo unitario sul nome del nuovo presidente del consiglio regionale. Sullo sfondo rimane la necessità di lasciare aperta la porta al dialogo con esponenti della minoranza con cui, chissà, in futuro, si potrebbe tornare a dialogare (sullo sfondo ci sono le comunali di Cosenza?) in maniera più organica. Il governatore, dal canto suo, minimizza e non si stanca di ripetere «che non c’è nessun problema» tra i 19 rappresentanti della sua maggioranza e che la scelta è stata adottata «tenendo presente le esigenze manifestate da un partito di minoranza e comunque non ci saranno altri rinvii». Esigenze che, a quanto pare, riguardavano soltanto Morrone e forse Nicolò, l’unico che non compare tra i firmatari del documento degli eletti azzurri.

In ogni caso, il quadro che emerge da questa vicenda non è dei più incoraggianti per i calabresi. Oliverio aveva promesso di portare la modifica dello Statuto in Aula per la prima decade di gennaio e, adesso, dovrà fare una corsa contro il tempo per rispettare il timing fissato durante la conferenza stampa di inizio mandato. Tacciono i consiglieri regionali e resta in silenzio pure il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, che per tutta la giornata evita accuratamente ogni contatto con i cronisti, salvo poi dettare a tarda ora una dichiarazione alle agenzie: «La maggioranza che si è affermata alle elezioni regionali è già pronta a mettersi al lavoro avendo come solo obiettivo i problemi della Calabria, relegando al passato trucchi e trucchetti che hanno solo nuociuto al confronto democratico. Con lo stesso spirito unitario e lo stesso senso di responsabilità, con cui abbiamo affrontato tutti i passaggi che ci hanno accompagnato fin qui, nei prossimi giorni, si decideranno di comune accordo tutti i passaggi del percorso da intraprendere per rispondere concretamente e subito alle gravi emergenze e criticità della Calabria».

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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