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Kpmg per sempre

Una fortuna, essere “contrattualizzati” dalla Regione Calabria è proprio una fortuna. Da queste parti può anche succedere che una società, una grossa e potente società, ottenga una commessa prolung…

Pubblicato il: 28/12/2014 – 19:43
Kpmg per sempre

Una fortuna, essere “contrattualizzati” dalla Regione Calabria è proprio una fortuna. Da queste parti può anche succedere che una società, una grossa e potente società, ottenga una commessa prolungata (e pagata) oltre il necessario, più in là rispetto al tempo fissato per svolgere le attività oggetto dell’accordo. Un po’ come continuare a versare denaro a un’impresa di costruzioni quando la casa è già bella e finita. Paradossale quanto reale. L’illogicità amministrativa abita in via Buccarelli, a Catanzaro. Dipartimento Tutela della salute, ufficio del dirigente generale Bruno Zito. È qui che, lo scorso 14 marzo, viene sottoscritto un contratto a dir poco anomalo. Le parti in questione sono la Regione e Kpmg, advisor contabile con sede legale a Milano. La mission affidata alla società è specifica: individuare, certificare e “riconciliare” (cioè liquidare i creditori) il debito sanitario della Calabria. Tutte tappe fondamentali previste dal Piano di rientro. Un compito da titani, peraltro ben retribuito. In realtà, la stipula del contratto è una sorta di rinnovo, perché il rapporto tra la Regione e Kpmg risale al 2009, anno di commissariamento della sanità regionale.
Niente di strano, allora: ci si affida a esperti in materia per riuscire finalmente a quantificare l’esatto ammontare di un disavanzo tanto mostruoso quanto imprecisabile, in un settore dove i bilanci di Asp e Ao venivano molto spesso trasmessi – come più volte affermato dagli addetti ai lavori nel corso degli ultimi anni – per via orale.
La bizzarria della faccenda non riguarda quindi l’affidamento, ma piuttosto la durata. Il nuovo contratto firmato da Zito affida a Kpmg il compito di monitorare e sanare il debito almeno fino al settembre 2016 (30 mesi a partire dal marzo 2014). Il punto è che il Piano di rientro è in scadenza a fine 2015. Vuol dire che, nella migliore delle ipotesi, l’advisor verrà pagato (profumatamente) per altri 9 mesi dopo la fine del commissariamento. Non sarebbe stato più opportuno autorizzare una proroga solo in presenza di un eventuale prolungamento del Piano? Il prezzo dell’accordo, del resto, non è affatto modico: per le sue prestazioni, Kpmg “becca” circa 1,5 milioni di euro all’anno, a cui potrebbero aggiungersi anche altre cifre dovute ad attività “ragionieristiche” assegnate dall’ex Tavolo Massicci (l’organo interministeriale che vigila sul Piano di rientro).
L’attuale scenario potrebbe diventare ancora più surreale. La durata dell’intesa è in predicato di essere prorogata di altri sei mesi «alle medesime condizioni contrattuali». Il rischio è quindi che Kpmg resti sul groppone dei calabresi fino a marzo 2017, quando il Piano di rientro dovrebbe essere un lontano ricordo.
Ma non è finita ancora. Esiste un altro comma, dalla cui attuazione scaturirebbe una nuova estensione del rapporto con l’advisor, che recita: «L’amministrazione (la Regione, ndr), sussistendone i presupposti, potrà, altresì, ricorrere per la ripetizione di servizi analoghi a quelli oggetto del presente contratto, per un ulteriore periodo pari a 12 mesi, alla procedura negoziata senza bando». Si arriverebbe così a marzo 2018. Proprio un bell’affare, con la Regione intenta a pagare un servizio che si sarebbe dovuto concludere con il commissariamento stesso.
Ma questa è solo la fase finale di una storia iniziata nel dicembre 2009, quando la giunta guidata da Agazio Loiero costituisce l’ufficio per il Piano di rientro e contestualmente riconosce i compiti di Kpmg. Poi, nel marzo 2010, a Palazzo Alemanni arriva il governatore Scopelliti che, dopo un anno e mezzo di lavoro ritenuto infruttuoso, sembra sul punto di mettere alla porta la società milanese. Non succede niente, invece. Pare anzi che a “convincere” il presidente della Regione a tenere fede all’accordo con l’advisor sia stato proprio l’ispettore della Ragioneria generale dello Stato che ha dato il nome all’omonimo Tavolo, Francesco Massicci.
Quel che si può dire con sicurezza è che – malgrado le dichiarazioni entusiastiche di Scopelliti prima, del ministro della Salute Beatrice Lorenzin poi e di tutto lo stato maggiore di Ncd in aggiunta – i conti della sanità ancora oggi non sono tanto a posto. L’ultimo verbale stilato dal Tavolo interministeriale certifica in quasi 34 milioni il debito sanitario, dopo 5 anni di Piano di rientro e il blocco totale del turnover (che ha sospeso la sostituzione di medici e infermieri andati in pensione).
La missione non è stata ancora compiuta, eppure la Regione ha deciso di rinnovare a suon di milioni il contratto di Kpmg (che, certo, non è l’unica responsabile).
Lo scorso febbraio era stato il Pd – con un’interrogazione presentata dai consiglieri regionali Demetrio Naccari Carlizzi, Carlo Guccione e Mario Franchino – a chiedere lumi sull’attività dell’advisor. Domande specifiche: la Regione ha assegnato altri compiti a Kpmg oltre a quelli previsti dal contratto? È necessario avvalersi ancora della sua consulenza, visto che, «come più volte dichiarato dal presidente Scopelliti», i conti della sanità sono in ordine? Qual è il costo complessivo «di tutti i contratti in essere tra il dipartimento Salute e Kpmg»? Interrogativi rimasti senza risposta. Non resta che aspettare le risoluzioni del neo governatore e prossimo commissario ad acta, Mario Oliverio. Sarà lui a stabilire se il contratto post Piano di rientro è paradossale oppure no.

 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

 

(Questo servizio è stato pubblicato sul numero 181 del Corriere della Calabria, in edicola dal 18 al 25 dicembre)

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