BENESTARE Un container adibito a bunker, sotterrato a due metri di profondità, in mezzo agli alberi di agrumi. È la scoperta fatta alle prime luci dell’alba di oggi dai carabinieri di Locri e dai “Cacciatori” d’Aspromonte nell’ambito di una serie di perquisizioni disposte dalla Procura distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e finalizzate alla ricerca del latitante 26enne Antonio Pelle, ritenuto affiliato al clan Pelle-Vottari, condannato in appello a 12 anni per associazione mafiosa e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti emessa nel 2012 dal Tribunale di Roma.
Oltre alle abitazioni perquisite sono stati controllati, con l’utilizzo di un escavatore, anche i terreni pertinenti. Così in contrada Bosco, a Benestare, in un fondo nella disponibilità di un 61enne di Bovalino, è venuto fuori il container adibito a “bunker” delle dimensioni di 6 metri per 2, in evidente stato di abbandono, contenente un modulo abitativo completo di arredi in plastica, due materassi, servizi igienici, impianto elettrico, idrico e di aerazione, il cui accesso occultato dalla vegetazione era consentito mediante una botola a sollevamento idraulico.
Le risultanze investigative raccolte con le indagini condotte dopo la faida di San Luca inducono i carabinieri a ritenere che il bunker, ormai inutilizzabile, fosse nella disponibilità della cosca Pelle-Vottari, idoneo a dare rifugio a latitanti o a occultare armi.
Si tratta, spiegano i militari, del primo caso di bunker realizzato all’interno di un container documentato nella Locride: questa pratica ha trovato, nel tempo, ampio riscontro nella zona della Piana, mentre nella “Jonica” i numerosi bunker finora rivenuti erano principalmente realizzati in muratura sotto i pavimenti o dietro le pareti di abitazioni e cantine, sopra i solai nei sottotetti, dietro finte pareti di armadi o nei muretti a secco.
x
x