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«Oliverio può contare sul Cdu»

CATANZARO C’è una rete che fa capo ai Cristiani democratici uniti in Calabria e che alle ultime elezioni regionali, a mani libere e senza appoggi, ha raggiunto il 2%. Con questa certezza sottoporre…

Pubblicato il: 30/12/2014 – 14:07
«Oliverio può contare sul Cdu»

CATANZARO C’è una rete che fa capo ai Cristiani democratici uniti in Calabria e che alle ultime elezioni regionali, a mani libere e senza appoggi, ha raggiunto il 2%. Con questa certezza sottoporremo al neopresidente Mario Oliverio le nostre idee». Così il direttivo del Cdu calabrese che oggi ha incontrato la stampa per i saluti di fine anno. Accanto a Mario Tassone, leader del partito, il coordinatore regionale Dionisio Gallo, i coordinatori provinciali Santino Garofalo e Mario Mazza, e l’ex parlamentare europeo Nino Gemelli.

«Il contributo che il Cdu – ha detto Gallo – intende dare alla Regione per una nuova Calabria sarà fattivo e passa attraverso le nostre idee che non sono tanto diverse da quelle del presidente Oliverio. Passione e valori che senza di noi non ci sarebbero. Il Cdu ha trovato in Oliverio un ascolto importante, la nostra esperienza politica, dunque, comincia adesso». E di una politica incentrata all’ascolto dei cittadini ha parlato Santino Garofalo, coordinatore della provincia di Cosenza. «Vogliamo fare nella nostra regione – ha detto – quella politica che non esiste più, la politica del sentimento e con sentimento, specie qui dove di sentimenti ce ne sono ben pochi. Siamo al servizio dei calabresi». «Manifestando le nostre idee, che sono storicamente alla base del successo del nostro partito – ha sottolineato Mario Mazza, coordinatore provinciale di Reggio Calabria – possiamo contribuire al cambiamento. Noi siamo dei lottatori di trincea e diciamo basta al populismo e sì alla schiena diritta». Gemelli, infine, è tornato sull’affluenza alle elezioni regionali che non ha raggiunto il 50%. «Un partito politico – ha sostenuto – può solo augurarsi che si affermi la democrazia. Gli ultimi dati elettorali sull’affluenza, sia in Calabria che in Emilia Romagna, ci dicono che la nostra democrazia è malata. Quello a cui dobbiamo aspirare è una democrazia sostanziale nella quale la classe politica dirigente non sia autoreferenziale e goda del consenso della maggioranza dei cittadini. Per questo puntiamo alla partecipazione dell’elettorato».

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