LAMEZIA TERME «In Calabria è in atto una pericolosa strategia tesa a smantellare il sistema delle Banca di credito cooperativo, unico baluardo alla raccolta selvaggia, senza investimenti, delle grosse banche. Troppi i commissariamenti e i fallimenti di queste banche un tempo rurali, che oltre fare guadagni hanno sempre aiutato l’economia locale per quello spirito sociale impresso da don De Cardona nell’atto costitutivo oltre un secolo fa». Il movimento “Difesa del cittadino” punta il dito su Bankitalia e, in merito a quanto sollevato, chiede chiarimenti nell’ambito di un’interrogazione.
«In Calabria e nel cosentino in particolare – affermano gli interessati – si assiste a un crack del sistema cooperativo, che appare come un preciso disegno criminale: l’una dopo l’altra le Bcc della provincia di Cosenza e non solo stanno andando in liquidazione, cedute a prezzo di saldi ad altri istituti, quasi sempre gli stessi. Imponenti commissariamenti e poi i fallimenti. È accaduto a Cosenza, Tarsia, Scandale, San Vincenzo La Costa, Sibaritide, banca dei due mari di Calabria, sta accadendo con il credito cooperativo-società cooperativa, in amministrazione straordinaria, “Bcc banca brutia” in fase di commissariamento».
Il movimento sottolinea poi un aspetto «non secondario: il fallimento – riferiscono – comporta l’azzeramento delle quote societarie, e queste banche fondano sull’azionariato, le quote di migliaia di piccoli risparmiatori vengono cedute agli istituti subentranti insieme al patrimonio, alle attività e passività. Passività che – secondo la “Difesa del cittadino” – spesso sono create ad arte. Infatti appare sospetto che la Bankitalia non sia mai riuscita a risanare un istituto, i suoi commissari diventano inflessibili rispetto a qualche violazione o irregolarità che ci saranno sicuramente, ma che non vengono viste, sebbene macroscopiche quando si tratta di grandi banche. Basti pensare alla scandalosa vicenda del Monte dei Paschi di Siena, scoppiata dopo anni di malefatte, e i cui vertici sono stati condannati per usura, o ancora ai sette miliardi di titoli tossici della Carige. Per molte Bcc, invece, nessuna pietà».
«Indubbiamente – continuano dal movimento – non tutte hanno operato in trasparenza e con correttezza, ma non tutte quelle liquidate lo meritavano». Da qui il «sospetto» fatto presente dal movimento che «il commissariamento sia utilizzato spesso come strumento per far fuori le banche che lavorano per dare ossigeno alle aziende e alle famiglie, in favore di altri istituti compiacenti legati ai cosiddetti poteri forti. La richiesta avanzata è quella di chiarimenti su queste operazioni e sulla reale situazione della Bcc Banca Brutia, in fase di commissariamento nonostante solo due anni fa il presidente vantava – concludono – bilanci e risultati importanti».
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