LAMEZIA TERME «Forte condivisione e forte apprezzamento su quanto apprendiamo riguardo ai tagli agli emolumenti e agli stipendi dei direttori generali che il presidente della Regione Oliverio ha annunciato come provvedimento da portare avanti da subito. Ci sembra, questo, davvero un inizio di un buon anno e un segnale di rigore di cui i lavoratori e la Calabria sentono la necessità». Così la Cgil Calabria e Cgil Funzione pubblica che accoglie con soddisfazione sull’iniziativa annunciata dal neo governatore. «Si tratta – continuano le sigle sindacali – di uno dei capisaldi della Cgil. Solo pochi mesi fa, ma allora fummo inascoltati dalla giunta di centrodestra, incassando solo la vicinanza del Pd, con una conferenza stampa tenuta dalla Funzione pubblica Cgil Calabria a Reggio e diversi altri interventi tramite stampa e dibattiti pubblici, abbiamo infatti sostenuto la necessità, quanto morale, quanto di indubbia ricaduta sui bilanci regionali, di un “repulisti” di tutti gi ingiusti sprechi che vanno a “ingrassare” la macchina regionale, tra stipendi improponibili, vergognosi gettoni di presenza, premi di produttività sprechi e pesi che gravano sulle spalle dei cittadini calabresi, alle prese con disoccupazione e salari bassi».
«Non possiamo quindi – spiegano ancora i rappresentanti Cgil – che dire al presidente della Regione Oliverio di andare avanti su questa strada, in un percorso che vedrà deciso e attivo il sostegno della Cgil Calabria. Seguiremo l’iter di questi provvedimenti che, apprendiamo, saranno contenuti già nella legge di approvazione dell’esercizio provvisorio, tra i primi atti che dovrà esaminare e approvare il Consiglio regionale che vedrà la sua prima seduta il prossimo mercoledì. La Cgil Calabria e la e Fp Cgil Calabria proporranno che parte di questi risparmi, chiedendo anche ulteriore contributo al governo, vengano destinati a realizzare il tempo pieno per Lavoratori socialmente utili e Lavoratori di pubblica utilità. Infatti, pur apprezzando il passaggio importante della contrattualizzazione per tutto l’anno a 26 ore, passaggio necessario viste le risicate risorse messe a disposizione dal governo nazionale, riteniamo non procastinabile che questa condizione oraria possa durare. Si tratta d lavoratori che da molti anni sono in condizioni precarie e, considerato anche l’attuale sistema contributivo pensionistico, la loro prospettiva futura non può essere che di “miseria previdenziale”. Ma su questi ultimi punti, torneremo nei prossimi giorni».
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