LAMEZIA TERME «La vigilia di Natale, prima della mezzanotte, ero in giardino a fumare quando ho sentito alcuni rumori fuori dal cancello di casa. Ho aspettato che quel fruscio finisse e ho aperto il cancello manualmente. A quel punto ho visto una croce di circa un metro di altezza disegnata con uno spray rosso sul bidone della raccolta differenziata che c’è all’esterno della mia abitazione». Rocco Mangiardi, all’indomani della notizia di un nuovo e vile avvertimento di cui è stato vittima, è preso dal lavoro nella sua officina di autoricambi in via del Progresso a Lamezia. Il testimone di giustizia per primo ha denunciato e fatto condannare (con sentenza definitiva in Cassazione) i suoi estorsori. Anni fa è andato in tribunale: ha guardato negli occhi e riconosciuto quelli che gli avevano chiesto la “mazzetta” per conto del boss. Ed è ritornato davanti ai giudici anche per costituirsi parte civile nel processo “Medusa” contro le cosche lametine. Ma questa volta non era solo: assieme a lui anche altri quattro commercianti che hanno deciso di denunciare.
L’imprenditore è sotto tutela. Eppure, nei giorni scorsi qualcuno ha deciso di fargli un “regalino”. «Appena ho visto la croce – racconta – ho pensato di nasconderla per non allarmare la mia famiglia: così ho girato il bidone verso il muro in modo che almeno nei giorni di festa non fosse messa a repentaglio la serenità familiare. Per due giorni non sono uscito da casa e quando è venuta la tutela a prendermi per andare al lavoro ho detto che cosa era successo. Poi sono andato a fare la denuncia al commissariato ed è venuta la Scientifica per i rilievi».
Nei mesi scorsi c’era stata qualche avvisaglia. «Erano arrivate a Vibo lettere minatorie contro me, Nello Ruello (testimone di giustizia vibonese, ndr). Su questo episodio non ho molto da dire. Sicuramente chi è venuto non era un mio amico. Un amico entra e ti fa gli auguri di Natale, non lascia una croce disegnata. Non so che cosa significa». Adesso gli hanno rafforzato la vigilanza. E con la dignità che lo contraddistingue, Mangiardi è sereno per aver “protetto” la serenità familiare, almeno durante le feste: «Il loro obiettivo era quello di turbarci ma non ci sono riusciti. Io vado avanti: ho fatto una scelta e non torno indietro».
UN FIUME DI SOLIDARIETA’
La società civile e il mondo delle istituzioni si stringono attorno all’imprenditore Mangiardi. Il coordinamento regionale calabrese di Libera «esprime la propria vicinanza all’imprenditore lametino, socio di Libera, che nei giorni scorsi ha subito l’ennesima minaccia. Con il suo impegno tenace e la sua testimonianza coerente sta contribuendo a liberare la nostra terra dai condizionamenti della criminalità organizzata. Siamo certi che anche questa ultima vigliacca intimidazione non piegherà la volontà di Rocco e la sua determinazione nel continuare a reagire con fermezza ai tentativi di farlo recedere dalle sue scelte e dal suo impegno». Il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, ha sottolineato la «necessità che il nuovo governo regionale si attivi per operare in sintonia con la commissione parlamentare al fine di deliberare gli opportuni provvedimenti legislativi con lo scopo di combattere le intimidazioni come un fenomeno criminale-mafioso sotto ogni aspetto». Un invito ad andare avanti e a non farsi scoraggiare è stato rivolto a Rocco Mangiardi dal sindaco di Lamezia Gianni Speranza, che è stato sempre accanto all’imprenditore. Vicinanza e affetto gli sono giunti anche dalla Cgil e dall’Associazione antiracket.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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