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Abusi edilizi davanti al penitenziario di Cosenza, chiesta la condanna

COSENZA Il pm, Maria Francesca Cerchiara, ha chiesto la condanna per gli imputati del processo che si celebra al tribunale di Cosenza e riguarda la costruzione di alcuni palazzi davanti al penitenz…

Pubblicato il: 07/01/2015 – 18:38
Abusi edilizi davanti al penitenziario di Cosenza, chiesta la condanna

COSENZA Il pm, Maria Francesca Cerchiara, ha chiesto la condanna per gli imputati del processo che si celebra al tribunale di Cosenza e riguarda la costruzione di alcuni palazzi davanti al penitenziario bruzio. Nella vicenda sono indagati Rocco Filippelli, Antonio Coscarella e Sabina Barresi. Filippelli e Coscarella sono coinvolti il primo in qualità di legale responsabile della cooperativa “Nova Casa” e il secondo in qualità di progettista. Per la pubblica accusa, i due avrebbero ottenuto un progetto per costruire due immobili in violazione degli strumenti urbanistici. Barresi, invece, nel ruolo di dirigente del settore Pianificazione del Comune di Cosenza – sempre secondo l’accusa – avrebbe rilasciato un permesso edilizio procurando un «ingiusto vantaggio patrimoniale a Rocco Filippelli». Per questo motivo il pm ha chiesto la condanna a due mesi e 10 giorni di carcere per Filippelli e Coscarella e due mesi per Sabina Barresi.
Per la Procura, i tre «turbavano la regolarità dei servizi pubblici connessi alle funzioni di custodia dei detenuti rinchiusi nel carcere “Sergio Cosmai”, in particolare determinando – per effetto della contiguità ai muri di cinta delle opere in costruzione e dei mezzi presenti nel cantiere – il pericolo di introspezioni» nella vita del carcere e dei detenuti. Per questo motivo, il direttore del carcere avrebbe predisposto dei servizi di vigilanza supplementari. I fatti risalgono al 2010.
Gli indagati sono difesi dai legali Franz Caruso e Fabio Saitta e dall’avvocato Pietro Perugini. Prima delle arringhe degli avvocati è stata sentita Sabina Barresi, che ha ribadito come in quelle zone non c’era alcun vincolo di inedificabilità e che il permesso a costruire era legittimo. Un concetto estremamente sottolineato dagli avvocati Caruso e Saitta. Caruso dal punto di vista penalistico e Saitta da quello amministrativistico hanno chiarito come tutto sia avvenuto in modo assolutamente legittimo e che quegli edifici non hanno turbato la quotidianità dei detenuti.
Il processo è stato aggiornato a venerdì 9 gennaio per le discussioni di altri due imputati. Prevista la sentenza.

 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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