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Il suicidio di Forza Italia

REGGIO CALABRIA A fine seduta, circondato dai suoi, Pino Gentile si lascia andare: «Abbiamo fatto scacco matto. Volevano lasciarci fuori e invece anche questa volta abbiamo vinto». E in effetti il …

Pubblicato il: 07/01/2015 – 17:55
Il suicidio di Forza Italia

REGGIO CALABRIA A fine seduta, circondato dai suoi, Pino Gentile si lascia andare: «Abbiamo fatto scacco matto. Volevano lasciarci fuori e invece anche questa volta abbiamo vinto». E in effetti il voto con cui il Consiglio regionale lo ha eletto vicepresidente certifica due cose: da un lato che nessun dialogo è possibile in Calabria tra Forza Italia e Nuovo centrodestra, dall’altro che le prove tecniche di alleanza tra Pd e alfaniani sono ufficialmemnte iniziate. Infatti tanto Oliverio quanto Gentile, lontano dai taccuini, confermano che il voto di oggi rappresenta «un primo passo» verso un’intesa non solo istituzionale ma anche politica tra due partiti che a Roma già governano assieme.
Il percorso, assicurano i due ex grandi avversari, «sarà lento», ma con queste premesse non è utopistico ipotizzare che nel giro di qualche mese il matrimonio (politico) possa celebrarsi. Ncd, per il momento, non chiede posti nell’esecutivo. Sanno bene, gli alfaniani, che ogni pretesa in questa fase non potrebbe essere accolta perché alcuni passaggi politici vanno metabolizzati bene.
D’altronde, alcuni esponenti del centrosinistra non fanno mistero di avere appreso soltanto oggi in aula dell’intesa con il Nuovo centrodestra. E il risultato dello scrutinio per l’elezione dei segretari-questori (con il rappresentante dell’opposizione che ha superato di 6 preferenze quello indicato dalla maggioranza) così come quello che ha consentito a Tonino Scalzo di essere il successore di Franco Talarico (all’esponente dem è mancato un voto tra i 20 del centrosinistra e i 3 di Ncd) è un segnale che i big del centrosinistra farebbero bene a non sottovalutare. Così come farebbero bene a non prendere sotto gamba, Magorno e soci, i distinguo di Nicola Irto, che ha lasciato l’aula al momento del voto su alcuni atti di primaria importanza.
Oliverio, comunque, non intende concedere pause ai suoi e, dopo aver ottenuto l’approvazione di alcuni provvedimenti, vuole procedere con la modifica della Statuto regionale, eliminando la figura del consigliere “supplente” e introducendo l’incompatibilità tra le cariche di assessore e consigliere regionale. Solo dopo questo passaggio in prima lettura (per modificare c’è bisogno di una doppia delibera da parte del Consiglio) Oliverio procederà alla nomina della giunta.
Ma la prima seduta di questa decima legislatura registra anche il “suicidio” politico di Forza Italia. I berlusconiani tornano a casa con le pive nel sacco e a poco serve l’elezione di Giuseppe Graziano nell’Ufficio di presidenza. Quella conseguita a Palazzo Campanella è soprattutto una sconfitta di Jole Santelli e Roberto Occhiuto. Quest’ultimo, inviato dalla coordinatrice all’Astronave con il preciso compito di tenere compatte le truppe, non è riuscito nell’intento. Tallini e Morrone non hanno fatto nessun passo indietro rispetto all’ambizione di essere eletti vicepresidente. Risultato delle trattative? Gruppo spaccato diametralmente in due e successo consegnato su un piatto d’argento al candidato di Ncd.
A nulla sono valsi i tentativi di abboccamento dei pontieri del Pd. Di qui la scelta dettata ai consiglieri di Forza Italia di non partecipare al voto che ha incoronato Scalzo. «Siamo davanti a un capolavoro al contrario della nostra coordinatrice», è il commento più ascoltato tra i colonnelli azzurri. Che adesso sono pronti a presentare il conto al duo Santelli-Occhiuto.

 

Antonio Ricchio

a.ricchio@corrierecal.it

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