VIBO VALENTIA Il pm della Dda di Catanzaro Marisa Manzini ha chiesto condanne per un totale di 261 anni di reclusione per i 27 imputati del processo “Luce nei boschi” che vede alla sbarra i clan delle Preserre vibonesi. Nel corso della requisitoria di fronte al Tribunale di Vibo il magistrato ha invocato pene per 28 e 26 anni per i fratelli Bruno e Gaetano Emanuele, ritenuti ai vertici dell’omonimo clan e accusati di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsioni, rapine e detenzione di armi.
Una condanna a venti anni è invece stata chiesta per Antonio Altamura, ritenuto il capo storico e garante degli equilibri interni del “locale di Ariola”, frazione di Gerocarne. Per il nipote del presunto boss, l’ex sindaco di Gerocarne Michele Altamura, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, la pena richiesta è di 8 anni e 6 mesi. Queste le altre richieste: 8 anni a testa per Rocco Loielo, Antonio Gallace, Vincenzo Taverniti, Nazzareno Altamura, Michele Rizzuti, Antonio Condina, Francesco Maiolo e per l’imprenditore dl calcestruzzo. Giuseppe Prestanicola di Soriano Calabro. Quindici anni a testa per Giovanni Loielo e Francesco Capomolla, 10 anni e 6 mesi Leonardo Bertucci, 9 anni e 6 mesi Francesco Taverniti, 14 anni ciascuno Franco Idà e Vincenzo Bartone, 17 anni Pasquale De Masi, 2 anni a testa Giuseppe De Girolamo, Rocco Santaguida, Girolamo Macri’, Roberto Codispoti e Bruno Zungrone, 3 anni ciascuno Giuseppe Nesci e Giuseppe Gentile, 4 anni Domenico Falbo.
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