Onorevole Pino Gentile, qual è la genesi del Patto dell’Astronave che ha portato alla sua elezione a vicepresidente del Consiglio?
«Il Patto dell’Astronave è una suggestione che richiama la saga Guerre Stellari… Scherzi a parte, voglio ricordare che la scelta di votare subito Scalzo e di avere la garanzia di un diritto di tribuna era un fatto istituzionale. Si poteva pensare che una coalizione autonoma, lo sottolinei, autonoma, che aveva preso da sola circa il 10% potesse rimanere fuori dalle istituzioni? Nel contempo è stato accelerato un percorso di avvicinamento tra i due partiti che deve maturare con responsabilità e serietà».
Con il governatore Oliverio è passato dalle querele per diffamazione (in occasione delle provinciali di Cosenza del 2009) agli abbracci e le pacche sulle spalle. C’è coerenza in tutto ciò?
«Guardi che io e Oliverio ci siamo sempre salutati e rispettati anche dopo il 2009. Quella campagna elettorale fu aspra e drammatica ma chi mi conosce sa che io non ho mai attaccato le persone. Vivere di rancori è un vizio sbagliato che in politica, poi, non porta a niente».
Lei assicura che i tre voti di Ncd sono andati a Scalzo? Perché se così fosse all’interno della maggioranza c’è stato un franco tiratore…
«Non vi è alcun dubbio che i nostri tre voti siano andati a Scalzo. Che poi ci possa essere stato un franco tiratore ci sta. Siamo ad inizio legislatura, c’erano tante ambizioni. Non ne farei un dramma».
Da chi è arrivato il “soccorso rosso” che le ha permesso di conquistare la vicepresidenza dell’Assemblea?
«Capisco che i giornali siano interessati ai titoli, ma non vi è stato alcun soccorso rosso. Semmai, un accordo istituzionale sul quale lavorare insieme affinché produca buoni frutti per la Calabria. Ncd e Udc le voglio ricordare che hanno conquistato voti e legittimità su un programma di governabilità. Non siamo stati eletti nel centrodestra, ma ci siamo sudati il quorum facendo una politica autonoma».
Si può parlare di un Nuovo centrodestra alleato del Pd di Magorno e Oliverio?
«Perché personalizzare? Oliverio ha la legittimazione popolare e democratica e il Pd è un partito fortemente democratico. Abbiamo iniziato un percorso che va reciprocamente fertilizzato. Non abbiamo avuto difficoltà a dire che il presidente faceva bene a cercare nuove strade per il modello regionale. Sui concorsi aperti a tutti, sul taglio di indennità, gli abbiamo dato atto di aver scelto la strada giusta. È chiaro che verificheremo nel tempo lo stato dell’arte. Se si faranno cose buone le sosterremo, altrimenti diremo che non va bene».
Lei ha più volte ribadito che Ncd non è interessato a posti in giunta regionale. Ma rivendicherete la presidenza di qualche commissione?
«Sono questioni che nascono in un rapporto dialettico istituzionale. Noi non abbiamo chiesto posti e il rapporto instaurato ieri è stato franco e trasparente. Ci interessa fare alleanze sulle grandi questioni non sulle divisioni di potere».
Chi sarà il capogruppo di Ncd tra Arruzzolo ed Esposito?
«Lo decideremo a breve. Si tratta di due validi colleghi, espressione del territorio e della base. Siamo molto uniti come gruppo».
Il voto di ieri in consiglio regionale segna il definitivo tramonto di ogni ipotesi di riunificazione del centrodestra?
«In politica non esiste la parola mai, ma esistono momenti e contestualizzazioni. Io mi auguro che tutti i colleghi del centrodestra lavorino nella direzione di fare il bene della Calabria. Il muro contro muro non porta a niente. I nostri corregionali ci chiedono impegno e lavoro».
Oliverio sarà nominato commissario alla sanità? Lei avrà sicuramente notizie precise al riguardo militando nello stesso partito del ministro Lorenzin…
«Guardi, queste sono cose che riguardano altri contesti. Io posso solo dire che è auspicabile che il commissariamento finisca presto e che la giunta possa programmare e realizzare gli interventi opportuni in autonomia. È l’augurio che faccio alla mia terra perché la sanità calabrese ora deve rivendicare gli stessi diritti delle altre regioni».
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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