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Roma, il monopolio delle 'ndrine sul commercio dei fiori

ROMA La polizia ha arrestato due esponenti di vertice della ‘ndrangheta calabrese che operavano nella provincia di Roma. Si tratta di Placido Antonio Scriva e Domenico Morabito, mentre Domenico Ant…

Pubblicato il: 09/01/2015 – 6:56
Roma, il monopolio delle 'ndrine sul commercio dei fiori

ROMA La polizia ha arrestato due esponenti di vertice della ‘ndrangheta calabrese che operavano nella provincia di Roma. Si tratta di Placido Antonio Scriva e Domenico Morabito, mentre Domenico Antonio Mollica è attualmente ricercato. I tre sono appartenenti alle ‘ndrine Palamara, Scriva, Mollica e Morabito operanti nel settore jonico della provincia di Reggio Calabria e con ramificati interessi criminali e imprenditoriali nella zona Nord della provincia di Roma e nella Capitale. Eseguite numerose perquisizioni in tutt’Italia e sequestri di attività commerciali e imprenditoriali e di immobili per un valore di oltre cento milioni di euro.
Per la Direzione distrettuale antimafia, che ha coordinato le indagini, gli arrestati sono responsabili di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. Reati commessi – secondo gli inquirenti – «per favorire la ‘ndrangheta operante in Calabria e a Roma per il controllo delle attività illecite sul territorio». Tra le attività sequestrate dalla polizia di Stato una gioielleria compro oro, un’azienda di allevamento bestiame, macellazione carni e produzione di latticini, un negozio di ottica nonchè numerosi conti correnti bancari e diversi immobili, per un valore complessivo che supera i cento milioni di euro.
I tre, secondo l’accusa, avevano il monopolio del commercio di fiori attorno al cimitero di Prima Porta a Roma. Secondo quanto accertato dagli investigatori della squadra mobile di Roma, avevano fra le attività una società di commercio all’ingrosso di fiori e rifornivano tutti i chioschi intorno al campo santo di Roma nord. Da qui prende spunto il nome dell’operazione ‘Fiore calabro’.
Le persone coinvolte nell’operazione avrebbero intestato attività commerciali e beni a prestanomi per sfuggire al sequestro preventivo. Sono tutti pluripregiudicati per associazione a delinquere di stampo mafioso, porto d’armi abusivo, omicidio e sequestro di persona. Sono ora ritenuti responsabili del reato di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. I tre vivevano a Roma da circa trent’anni ed abitavano a Rignano Flaminio, a nord della Capitale. Si erano trasferiti a Roma alla fine degli anni ’80 in seguito alla cruenta ‘faida di Motticella’ che negli anni ’80-’90 vide contrapporsi in Calabria famiglie della ‘ndrangheta. Per gli investigatori i tre arrestati sono elementi di primo piano dell’organizzazione. Placido Antonio Scriva, è stato spiegato, è referente principale dell’omonimo clan calabrese sposato con Antonietta Mollica, sorella di un altro degli arrestati, Domenico Antonio, colpito dall’ordinanza di custodia cautelare e ancora ricercato. Per gli inquirenti l’operazione di oggi va a toccare gli interessi criminali della ‘ndrangheta nel settore della cosiddetta ‘economia legale’. La polizia ha sequestrato abitazioni, terreni, attività commerciali a Roma nord e nei comuni di Rignano Flaminio e Morlupo. Tra questi una gioielleria di via Trionfale, a Roma, una grossa azienda di allevamento di bestiame a Campagnano e un negozio di ottica a Morlupo. Durante le perquisizioni all’interno azienda agricola i poliziotti hanno trovato anche alcuni proiettili di kalashnikov. Secondo quanto si è appreso, durante le indagini sarebbe emersa anche un ‘sospetto giro di usura’ su cui verranno effettuati ulteriori accertamenti.

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