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Cisl medici: «Scongiurare la chiusura di Epatologia al Mater Domini»

CATANZARO È l’unico reparto di Epatologia esistente in Calabria; eppure l’Unità operativa rischia di essere cancellata per fare posto a un reparto di Gastroenterologia, a direzione universitar…

Pubblicato il: 10/01/2015 – 11:36
Cisl medici: «Scongiurare la chiusura di Epatologia al Mater Domini»

CATANZARO È l’unico reparto di Epatologia esistente in Calabria; eppure l’Unità operativa rischia di essere cancellata per fare posto a un reparto di Gastroenterologia, a direzione universitaria. Potrebbe chiudersi così – ed è quello che temono i pazienti e le loro famiglie – l’esperienza ormai consolidata dell’Epatologia a direzione ospedaliera dell’azienda “Mater Domini” di Catanzaro. A sancire il possibile stop delle attività – sorte condivisa con la Cardiologia riabilitativa, altra struttura pubblica a direzione ospedaliera in via di soppressione – sarebbero i contenuti della bozza di protocollo d’intesa tra Regione e Università.
Nel documento di riorganizzazione ospedaliera, discusso recentemente nell’ambito di una riunione convocata dal sub commissario Andrea Urbani al Dipartimento della Salute, come evidenziato recentemente dalla Cisl Medici, viene stabilita infatti la cancellazione dell’Epatologia di Germaneto. «Il pericolo reale – fanno sapere i componenti della Cisl medici – è quello di dover dare l’addio a una realtà clinica che, in tanti anni di attività, ha dato risposte ai bisogni reali di una vasta utenza, non solo catanzarese. Oggetto di tagli nella dotazione dei posti letto già in passato, il reparto ha continuato comunque, non senza difficoltà, a fornire cure e assistenza a tanti pazienti con patologie epatiche».
«L’unità, inoltre – proseguono – si è caratterizzata nel tempo come punto di riferimento per i trapianti di fegato, grazie alla Convenzione tra Regione e Policlinico Umberto I di Roma, che ha consentito l’esecuzione di interventi di trapianti d’organo. È infatti proprio nella struttura all’ottavo piano del Policlinico di Germaneto che si svolge il lavoro di assistenza e preparazione dei pazienti in lista d’attesa, che sono seguiti fino all’esecuzione dell’intervento nella Capitale. In questo conseguono risparmi e la possibilità di limitare allo stretto necessario i cosiddetti “viaggi della speranza”».
«l’Epatologia del “Mater Domini” – continuano gli interessati – è da tempo annoverata tra i primi centri prescrittori di terapia per epatite C in Italia. Tutto questo, però, potrebbe essere presto messo in discussione. Appare evidente – sostiene ancora il sindacato – che l’utilizzo della didattica come grimaldello per la proliferazione di strutture complesse e delle corrispondenti posizioni apicali con cui si prefigura un diffuso processo di clinicizzazione, sembra più basato su logiche “interne” universitarie che su principi di efficienza, efficacia ed economicità. Nessuno mette in discussione il ruolo dell’Università e l’assunto che la formazione del medico e ricerca clinica non possono essere disgiunte dalla pratica assistenziale, ma occorre chiarire quanta e quale sia l’assistenza necessaria allo svolgimento ottimale delle suddette attività in risposta a bisogni reali al fine di uscire da ogni equivoco e manipolazione delle regole da parte degli organismi regionali, aziendali e – concludono – universitari».

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