CATANZARO Una cattedra universitaria a un sovversivo. Questa sembra essere la pietra dello scandalo che ha posto sotto i riflettori mediatici l’università Magna Graecia di Catanzaro dove è stata assegnata all’ex no global Francesco Saverio Caruso, una cattedra nel corso di laurea in Sociologia.
Laureato in Scienze politiche a Bologna ed ex deputato eletto nelle fila di Rifondazione comunista nel 2006, Caruso, è assegnista di ricerca all’Unical al dipartimento di Scienze politiche e sociali. Nello scorso ottobre ha partecipato alla selezione per la cattedra di “Sociologia dell’ambiente e del territorio”, l’unica candidatura valida presentata stando al verbale dell’ateneo, per un incarico annuale da 48 ore di lezione complessive per 2.000 euro lordi totali.
Ma nel passato di Caruso sono tante le azioni sovversive e le ombre giudiziarie: la più famosa di queste ultime, è l’assoluzione con cui la Corte d’assise di Cosenza, nel 2008, lo ha prosciolto dalle accuse a suo carico per associazione sovversiva per aver organizzato gli incidenti del 2001 durante il G8 di Genova e il Global Forum di Napoli.
Da qui, la contestazione che è partita da Ivan Cardamone (Fi), presidente del consiglio comunale di Catanzaro: “Conosco le dinamiche del corso di Sociologia perché ne ho seguito le sorti sin dalla nascita – ci spiega Cardamone –, ho visto i tantissimi incarichi dati nel tempo e non ho mai interferito. Però, l’università di Catanzaro è statale e allora mi sembra normale sollevare un problema di opportunità morale ora che è stato affidato un incarico a Francesco Caruso, un personaggio noto a tante Procure italiane. Non voglio entrare nel merito delle valutazioni effettuate dalla commissione, il mio dubbio infatti è sull’opportunità di affidare la formazione di studenti ventenni, a chi si è reso protagonista di fatti controversi e le cui idee politiche sono quantomeno discutibili”.
A fargli da eco, la voce del sindacato autonomo di Polizia Coisp, attraverso una nota del portavoce Giuseppe Brugnano nella quale si arriva a minacciare manifestazioni se l’ateneo non recederà dalla decisione.
“Noi facciamo accademia, non politica”, è la risposta del professore Corposanto, coordinatore del corso di laurea, che contattato telefonicamente e sollecitato a intervenire spiega: “Non conoscevo il professore Caruso, noi abbiamo pubblicato un bando per attivare un corso che il ministero ci impone di avere, quello di Sociologia dell’ambiente e del territorio, e lui si è candidato. La commissione di valutazione è tenuta a prendere in considerazione titoli di studio, pubblicazioni scientifiche attinenti all’insegnamento per cui ci si candida, l’esperienza nella docenza da parte del candidato e altri criteri prettamente scientifici e professionali. Tutto il resto non può e non deve essere oggetto di valutazione da parte di una commissione universitaria. Ecco perché le parole di Cardamone sono prive di fondamento, soprattutto quando questi parla di valutazione “alla luce del curriculum politico” di Caruso. Inoltre, Cardamone nella sua nota parla dell’opportunità di “proporre una figura meno controversa per l’incarico a Sociologia”, ma l’errore è evidente: nessuno dell’ateneo ha proposto la figura di Caruso, ma questi ha partecipato a un bando pubblico e, ribadisco, è stato selezionato per la validità dei suoi titoli accademici”.
“A me – continua Corposanto – non interessa a quale partito appartenga il professore Caruso, ma sono tenuto a valutarne le competenze scientifiche. Da questo punto di vista, la sua figura corrisponde al profilo per cui avevamo disposto il bando. Detto questo, proviamo per un attimo ad ammettere per assurdo che Cardamone abbia ragione: sulla base di che cosa avremmo dovuto non assegnare a Caruso la cattedra? Era negli anni venti del secolo scorso che si impediva a donne, neri, ebrei o omosessuali di insegnare…”.
Infine, il commento alla nota del Coisp: “E’ strano che il Coisp si occupi solo ora della figura di Caruso quanto questi, da tempo ormai, lavora nell’ateneo di Cosenza…”.
Alessandro Tarantino
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