CATANZARO «La Calabria non sia più luogo di ricatti per gli equilibri di potere a Roma e sul territorio». È quanto affermano i parlamentari M5S, Dalila Nesci e Nicola Morra che, in una nota congiunta, si rivolgono al ministro della Salute Beatrice Lorenzin che «probabilmente domani incontrerà a Roma il governatore della Calabria, Mario Oliverio, per la vicenda della Fondazione Tommaso Campanella». «Lorenzin sta ingannando i 180 lavoratori della Fondazione – proseguono Nesci e Morra – poiché il governo non ha più nominato il commissario per il rientro sanitario, il solo col potere di salvare il salvabile. Stando alle norme, il caso Campanella andava affrontato nell’ambito del rientro. Oggi il governo cerca di occultare il proprio gravissimo ritardo nella nomina del commissario, causa di gravi abusi della politica e di danni per la sanità calabrese, nonostante che Renzi abbia dichiarato che la Calabria è una priorità».
«Dopo le elezioni del 23 novembre scorso – sostengono i due parlamentari M5S – il governo poteva procedere subito alla nomina, ma ha perso altro tempo per favorire l’esponente Ncd Pino Gentile alla vicepresidenza del consiglio regionale. I calabresi sono stanchi di subire gli accordi di palazzo e non possono morire nell’attesa di risposte. Per le regionali il ministro Lorenzin venne in Calabria a fare promesse strabilianti, a partire dallo sblocco del turnover, e per nascondere che il declino della sanità calabrese si deve ai big del suo partito e al fido e strapagato subcommissario Andrea Urbani».
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