Ultimo aggiornamento alle 15:43
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Abramo prova il dialogo, il centrosinistra tentenna

CATANZARO Qualcosa, sottotraccia, nel centrosinistra catanzarese si sta muovendo per capire come comportarsi in merito alle difficoltà della maggioranza di Sergio Abramo al Comune. Con una riunione…

Pubblicato il: 15/01/2015 – 16:36
Abramo prova il dialogo, il centrosinistra tentenna

CATANZARO Qualcosa, sottotraccia, nel centrosinistra catanzarese si sta muovendo per capire come comportarsi in merito alle difficoltà della maggioranza di Sergio Abramo al Comune. Con una riunione ufficiosa tenutasi questa mattina, curiosamente, in Provincia, una parte della minoranza composta dai consiglieri Rosario Mancuso, Pino Celi e Mauro Notarangelo (“Il bene in Comune”), Antonio Giglio, Enzo Mercurio e Roberto Gurriero (Psi), Mimmo Iaconantonio (Idv), Lorenzo Costa e Nicola Ventura (Pd), oltre a Manuel Laudadio del gruppo Misto ha discusso della proposta, anch’essa ufficiosa, che il sindaco Abramo avrebbe avanzato a Rosario Mancuso: la presidenza del consiglio comunale in cambio del sostegno in Aula. Il classico accordo con cui, di solito, maggioranza e opposizione decidono di non combattersi in nome della responsabilità amministrativa nei confronti della cittadinanza.
Come scritto ieri, infatti, ad Abramo mancano i voti per avere una maggioranza che sia in qualche modo stabile, così il sostegno dei tre consiglieri di “Bene in Comune” sarebbe per lui una manna dal cielo, provvidenziale per arrivare alla scadenza naturale del mandato, tra due anni.
Così, le dichiarazioni di Pino Celi di poche ore fa, alla luce della notizia della riunione, assumono un significato chiaro: «Abbiamo ascoltato le ragioni del sindaco Abramo – scrive in una nota Celi –, le istanze della opposizione e della maggioranza, e le argomentazioni portate avanti da diversi consiglieri che vogliono conferire un positivo significato alla continuazione della esperienza amministrativa in atto. Questo spiega da un lato la nostra disponibilità a ricoprire, nel consenso più ampio possibile, ruoli di garanzia nell’Aula e, dall’altro, la mia e la nostra presenza nei luoghi pubblici di riunione e di discussione, senza necessità di copertura o di occultamento di doppi fin, e men che mai con l’intenzione di complicare ulteriormente il quadro politico».
Ma a pensarla così non sono tutti i consiglieri di minoranza: la fronda di chi vorrebbe una richiesta di aiuto pubblica da parte di Abramo a cui comunque rispondere picche è sempre la più corposa, tanto che la riunione odierna si è conclusa con una posizione interlocutoria della minoranza su cui si continuerà a discutere nelle prossime ore.
Intanto, a entrare a gamba tesa sulla possibilità di una nuova giunta comunale che sia espressione di un patto per la città è Massimo Lomonaco, ispiratore della lista “Per Catanzaro” ed ex assessore di Abramo, defenestrato all’indomani dello scandalo “Catanzaropoli”.
Per Lomonaco, «la nascita di un nuovo esecutivo ci lascia basiti per modalità, tempi e procedure seguite da Abramo, che nella qualità di sindaco, appare sempre più isolato e, di fatto, ormai un vero e proprio corpo estraneo rispetto alla città, chiuso nel suo bunker a difesa strenua della sua comoda poltrona».
Per Lomonaco, la questione rimpasto è l’occasione per tornare proprio sull’argomento “Catanzaropoli” e le sue parole non potrebbero essere più esplicite: «Va infatti ricordato (ad Abramo, ndr) che gli impegni in politica si assumono prima del voto e, dopo, semplicemente si rispettano. A tale proposito nei confronti del nostro movimento civico, si è limitato a rispettare solo il primo tempo del copione, cioè a chiedere e ottenere il voto di cinquemila catanzaresi garantendo loro la naturale quanto scontata rappresentanza, ma ha “dimenticato” il secondo atto. Lo ha fatto strumentalizzando goffamente, maldestramente, platealmente un’inchiesta giudiziaria che, come dallo stesso Abramo sancito nel formale atto di ritiro della delega assessorile, giustificandolo “a seguito di intercettazione operate dagli organi inquirenti”. Rimango, a tale proposito, a disposizione di Abramo per un confronto pubblico con le modalità e nelle sedi che egli riterrà più opportune, dove potremo confrontarci davanti ai cittadini catanzaresi sulle verità sottaciute che lo hanno indotto a mandare a casa, con ciò mortificando la volontà del corpo elettorale, assessori come il sottoscritto forse solo perché ritenuti “scomodi”».
La nota di Lomonaco, poi, si conclude con un invito esplicito: «Ti consigliamo di andare a casa il prima possibile nella consapevolezza piena di quanto tu voglia bene alla nostra comunità che merita di vivere una nuova stagione politica ed amministrativa».
Insomma, l’aria che tira attorno ad Abramo non è certo una leggera brezza primaverile, ma sembra più simile a un vento di guerra.

 

Alessandro Tarantino

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x