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Mazzuca: «Nomine sospette all'Asp di Cosenza»

COSENZA L’Asp di Cosenza sarebbe stata interessata da incarichi “sospetti” che avrebbero interessato la struttura. Non congrua rispetto alla prassi, sarebbe stata, in particolare, quella del dottor…

Pubblicato il: 16/01/2015 – 18:11
Mazzuca: «Nomine sospette all'Asp di Cosenza»

COSENZA L’Asp di Cosenza sarebbe stata interessata da incarichi “sospetti” che avrebbero interessato la struttura. Non congrua rispetto alla prassi, sarebbe stata, in particolare, quella del dottor Riccardo Borselli, nominato responsabile della centrale operativa del 118 di Cosenza il 9 novembre del 2009. La sua nomina sarebbe, inaspettatamente, stata prorogata con la delibera 3437 del 30 dicembre 2013, e sarebbe tuttora in vigore. A sollevare la vicenda è il presidente della commissione di Controllo e garanzia Giuseppe Mazzuca: «La nomina – afferma l’interessato – è avvenuta in spregio a ogni normativa e criterio di trasparenza, e in contrasto con la legge attualmente vigente».
«Nella sala operativa del 118 di Cosenza, intanto – prosegue Mazzuca – continuano a verificarsi una serie di disservizi come dimostrano la lunga serie di lettere inviate ai vertici dell’Asp per denunciare il clima di tensione che si respira in centrale, la necessità di affidare ruoli di alta responsabilità a persone competenti e con diversi anni di esperienza e la drammatica carenza di personale che risulta numericamente al di sotto degli standard previsti dall’organizzazione di una centrale operativa che copre un territorio con circa 800mila potenziali utenti».
«Tra l’altro – continua l’interessato – alle normali richieste di soccorso c’è da aggiungere il numero sempre più crescente di trasferimenti primari e secondari, che impegnano la quarta unità dedicata a questo servizio. Oltre a essere evidenti i gravissimi profili di illegittimità che viziano la delibera in questione, appare evidente che le continue forzature da parte dei vertici aziendali dell’Asp di Cosenza evidenziate negli ultimi mesi, compromettono alla radice l’idea di un sistema sanitario libero da condizionamenti, e invece nei fatti continuano a mettere il comparto sanitario sotto uno stato di costante pressione politica, mortificando le competenze e le aspirazioni di professionisti che sarebbero pienamente titolati e legittimati – conclude – ad aspirare a ruoli di responsabilità».

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