TORINO I carabinieri del Nucleo investigativo di Torino hanno arrestato due persone per estorsione. Le indagini sono partite dopo la denuncia di due imprenditori torinesi. Uno degli estorsori è stato arrestato dai carabinieri mentre incassava il pizzo, cioè un assegno da 20mila euro. «… Loro vorrebbero 100mila euro! … fatturati!… Ti fanno la fattura e glieli mandano ai carcerati. Questo mi hanno detto a me!…», è quanto ripetevano Domenico Maida, 41 anni, abitante a Venaria (To) – ritenuto portavoce di persone legate alla ‘ndrangheta – e un assicuratore, incensurato – a due imprenditori torinesi. Secondo le indagini, richiedevano il “pizzo con fattura”, approfittando anche della forza di intimidazione derivante da stretti legami con appartenenti alla ‘ndrangheta.
I militari hanno arrestato a Torino Domenico Maida mentre riscuoteva l’assegno, al termine di un’attività investigativa avviata dal novembre dell’anno scorso nei confronti di esponenti della criminalità organizzata operanti nell’hinterland torinese e dediti a ottenere, utilizzando la forza di intimazione, subappalti da imprenditori edili pubblici e privati. Dopo qualche giorno è stato arrestato anche il socio. Entrambi avrebbero costretto due fratelli, imprenditori del Torinese, a farsi consegnare la somma di 20.000 euro da destinare ai familiari dei carcerati affiliati alla ‘ndrangheta, e in particolare alla “Cosca Greco” di San Mauro Marchesato (Kr) operante a Torino. In particolare – spiegano gli inquirenti – alle famiglie degli affiliati arrestati a luglio nell’ambito dell’operazione denominata “San Michele”, che aveva portato all’arresto di diversi esponenti della Cosca Greco di San Mauro Marchesato.
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