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Un anno dalla morte di Cocò

CASSANO ALLO JONIO «A gennaio di un anno fa una mano crudele ha distrutto con il fuoco il sorriso e l’infanzia del piccolo Cocò, di appena tre anni, scavando nell’animo della città una profond…

Pubblicato il: 16/01/2015 – 16:03
Un anno dalla morte di Cocò

CASSANO ALLO JONIO «A gennaio di un anno fa una mano crudele ha distrutto con il fuoco il sorriso e l’infanzia del piccolo Cocò, di appena tre anni, scavando nell’animo della città una profonda ferita, difficilmente rimarginabile e sconvolgendo le coscienze di quanti nel Paese sono sensibili ai valori della vita e della dignità umana. La città di Cassano non ha dimenticato e ancora aspetta giustizia e verità». È quanto scrive l’amministrazione comunale di Cassano in un manifesto murale per ricordare il 19 gennaio dell’anno scorso quando, in contrada “Fiego”, in una Fiat Punto completamente bruciata vennero rinvenuti i corpi del cinquantaduenne Giuseppe Iannicelli, già noto alle forze dell’ordine, della ventisettenne Ibtissam Touss, cittadina marocchina, e del bambino, Nicolas Junior Campolongo, di soli tre anni, nipote di Giuseppe Iannicelli, tutti e tre scomparsi da Cassano la sera del 16 gennaio.
«La Città di Cassano – si legge nel manifesto fatto affiggere dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Papasso – col trascorrere di un anno, confortata dalla venuta di Papa Francesco del 21 giugno, con compostezza e maturità, ha saputo però rielaborare il cupo dolore, trasformandolo in sentimento di forza e speranza. Cassano ha avuto la forza di rialzarsi e riprendere un cammino nuovo e ha la speranza di poter tutti insieme concorrere a costruire una realtà sociale più giusta, equa, solidale e libera. Una società che saprà mettere al centro l’uomo, i suoi bisogni e le sue ansie di riscatto e che, in maniera particolare, saprà amare e tutelare i bambini. Una società dove non ci sarà mai posto per la violenza e la sopraffazione e dove i giovani, gli uomini e le donne potranno vivere e lavorare in un clima di pace sociale, di concordia e legalità. Una società – conclude il manifesto – che farà leva soprattutto sui suoi che raccogliendo l’esortazione del Santo Padre, non si lasceranno mai “rubare la speranza” e utilizzando il sapere e le naturali inclinazioni, con onestà saranno gli artefici di un futuro diverso e migliore per tutti». 

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