CROTONE Il sindaco di Crotone Peppino Vallone è categorico, e ribadisce quanto specificato dalla soprintendente dei Beni archeologici della Calabria Simonetta Bonomi: «non si tratta di parcheggi, impensabili da realizzare perché l’area è interdetta al traffico se non in via straordinaria, ma il prolungamento del sagrato della chiesa». La sua “precisazione” – fermo restando che l’area è comunque aperta al traffico di veicoli – arriva a un giorno di distanza dalla querelle nata con il ministro per gli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, e a poche ore dalla richiesta di una «netta presa di posizione» da parte della Cgil e dall’irruzione di Forza Nuova nel sito di archeologico. Un atto con cui, gli estremisti, hanno voluto ribadire il concetto che «Capo Colonna non si tocca».
Smorza invece i toni Vallone e, aldilà della missiva inviata a Renzi per dissociarsi dalle posizioni di Lanzetta, mette finalmente in chiaro la posizione della sua amministrazione comunale nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo questa mattina nella sala giunta del Comune. «Come amministrazione comunale – ha detto Vallone – siamo disponibili perché ci sia un incontro al ministero dei Beni culturali tra lunedì e martedì, per discutere eventuali soluzioni alternative al progetto in corso d’opera. L’intervento a Capo Colonna, è stato condiviso con tutte gli enti che avevano titolo a esprimersi: la soprintendenza archeologica, la Regione e il Comune di Crotone. Con i fondi a disposizione – prelevati dai Fondi destinati alle aree sottoutilizzate – è stata fatta una ricerca archeologica e sono stati rinvenuti resti di una certa importanza».
«Non c’erano fondi sufficienti – ammette Vallone – per valorizzarli diversamente, ma, con la soprintendenza, si è preferito assicurare la loro perfetta conservazione realizzando un sagrato che riprodurrà anche una copia del porticato rinvenuto. Ciò preserverà i reperti e lascerà aperta la possibilità di riportarli alla luce, quando ci saranno i fondi sufficienti, trovandoli perfettamente conservati».
Rimane tuttavia aperto il problema – già sollevato dai pentastellati – dei costi eccessivi (25 milioni) di un progetto che, a sentire Vallone, potrebbe dunque avere carattere provvisorio.
«Con questo progetto – ha aggiunto il sindaco di Crotone – si è puntato invece alla valorizzazione di un altro reperto archeologico: un mosaico scoperto già da diversi decenni. Non piace la copertura prevista sul mosaico? Tutti sappiamo bene che Capo Colonna è esposta alle intemperie, e i tecnici hanno valutato che occorresse una soluzione che garantisse maggiore protezione».
Quanto alla protesta di questi giorni, il sindaco Vallone ha aggiunto che essa «nasce dalla difficoltà che ha la politica a parlare con la gente ma, se questo può servire ad attrarre per Capo Colonna ulteriori risorse per valorizzare quel sito, ben venga».
«LA POLITICA “ALTA” NON ESPRIMA GIUDIZI FRETTOLOSI»
Ad alimentare lo “scontro” tutto interno al Pd delle ultime 24 ore, arrivano poi le esternazioni del deputato Nicodemo Oliverio. È chiaro il riferimento a Maria Carmela Lanzetta quando l’interessato si dice propenso a «consigliare – riporta – a chi ricopre importanti e alti livelli istituzionali, maggiore prudenza nell’esprimere giudizi che appaiono frettolosi e privi di qualsiasi fondamento. Nel nostro impegno parlamentare, garantiremo la massima vigilanza affinché sia sempre tutelato e garantito il patrimonio archeologico calabrese, in particolare quello di Capo Colonna, che senza dubbio rappresenta il cuore e le radici della nostra storia».
Il deputato afferma tra l’altro che della vicenda sarebbe stato investito il ministero dei Beni e delle attività culturali «affinché venisse verificato l’iter relativo ai lavori». Il titolare del dicastero o i suoi funzionari – non è meglio specificato – a detta di Oliverio si sarebbe mosso «non appena a conoscenza della vicenda dei lavori della soprintendenza presso l’Area archeologica di Capo Colonna».
«Abbiamo poi appreso notizia – sostiene ancora il parlamentare – dell’intervento della soprintendenza regionale, che si è assunta ogni responsabilità e ha fornito tutte le garanzie in merito alla salvaguardia del patrimonio archeologico dell’area interessata di Capo Colonna. Siamo altresì convinti della serietà dell’azione amministrativa del sindaco Vallone e della giunta comunale di Crotone, che hanno sempre agito a difesa del patrimonio storico e architettonico del territorio. Nessuna responsabilità – conclude – gli si può addebitare nel merito dei lavori di Capo Colonna».
z. b.
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