Il presidente della Regione Mario Oliverio ha incontrato oggi i lavoratori della Fondazione “Campanella” e i rappresentanti sindacali, alla presenza dei vertici dell’istituto. «Ho esaminato la situazione della Fondazione – ha detto Oliverio – appena insediato e mi sono subito reso conto di quanto essa fosse delicata. La grave situazione sociale della nostra regione, però, non ci consente di perdere nemmeno un posto di lavoro. In questa ottica, considerato il ruolo che ha la “Campanella”, dobbiamo lavorare per il suo rilancio, perciò ci siamo mossi per raggiungere tre obiettivi: il mantenimento del posto di lavoro, un piano industriale ed il turnover. Su questi temi abbiamo incontrato e ottenuto la condivisione anche del ministro della Salute. In quella sede abbiano ottenuto di non perdere alcun posto di lavoro riutilizzando il personale in maniera diversa. Per farlo occorre modificare lo statuto. Nel frattempo, quindi, proprio per venire incontro alle aspettative legittime dei lavoratori abbiamo chiesto al ministero del Lavoro la cassa integrazione in deroga per quanti hanno il contratto in scadenza, mentre la Fondazione si è impegnata a sospendere i licenziamenti previsti per i prossimi giorni».
Ovviamente, la cassa integrazione presuppone un rilancio dell’azienda, allora bisognerà preparare un piano industriale da sottoporre all’attenzione dei ministeri del Lavoro e della salute. Oliverio, quindi, facendo un riferimento alla prossima nomina, da parte del governo, del nuovo Commissario per il Rientro nella sanità ha ribadito che essa va in testa al presidente perché «la sanità in Calabria va governata politicamente e non numericamente». Su questa posizione espressa dal presidente Oliverio si sono ritrovati anche i rappresentanti sindacali che hanno preso la parola: Caparello per la Uil, Bevacqua per la Cisl e Iorno per la Cgil ed i lavoratori, che si sono detti soddisfatti per essere stati, per la prima volta, «invitati ad un incontro molto importante». Il presidente della Fondazione Falzea, dal canto suo, ha posto l’accento sull’anomalia che sussiste in quanto, formalmente, i posti letto, «previsti per il Polo oncologico sono diminuiti ma sostanzialmente sono rimasti gli stessi e noi dovremmo riuscire a pagare il personale per la spesa prevista di dieci milioni di euro rispetto a quella necessaria di quattordici».
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