La recente determinazione assunta dal consiglio comunale di Rossano per l’Unione dei Comuni di Corigliano Calabro e di Rossano rappresenta certamente una decisone di portata eccezionale e meritoria, e diventerà davvero “storica” per l’intera provincia cosentina quando la stessa sarà assunta, auspicabilmente a breve, dal consiglio comunale di Corigliano Calabro. Il progetto di unificazione delle due città riuscirà a concretizzarsi meglio e più positivamente sul piano complessivo, oltre i pur necessari e obbligatori passaggi formali e burocratici, solo nella misura in cui non abbia a configurarsi, per come è stato ricordato, quale “una fusione a freddo” e neppure come progetto politico/amministrativo guidato dall’alto. Al contrario, è auspicabile che si concretizzi in una costruzione elaborata in termini di grande e attiva partecipazione in grado di mobilitare e coinvolgere le diverse esperienze, risorse e competenze presenti sul territorio.
Sarà comunque fondamentale, nel prosieguo, oltre alla bravura e alla lungimiranza degli amministratori locali di tutto il territorio dello Jonio cosentino, la disinteressata ma pregnante azione di pressione sociale dei cittadini e di quelle associazioni che promuovono l’unificazione dei due Comuni.
Il processo ormai si è avviato incontrovertibilmente, e da oggi in poi è da sostenere con grande convinzione attraverso la costante attenzione ai problemi e alle emergenze del territorio specifico, attraverso i sani criteri della programmazione e del coordinamento, per superare, come è stato ricordato, antiche quanto incomprensibili divisioni campanilistiche.
Il progetto che punta ad un «unico centro di governo locale» per un territorio che «ragioni storiche, sociali, economiche» caratterizzato con «forti elementi di unitarietà», dovrà, in prospettiva, raccordarsi allo svolgimento di una funzione strategica fondamentale per un modello di sviluppo locale originale e coerente con le vocazioni economiche specifiche, oltre che per una moderna ed efficiente gestione dei servizi Intercomunali con adeguati, se non elevati, standard qualitativi in linea con le aspettative delle comunità locali.
L’Unione dei Comuni dovrà, pertanto, svolgere una funzione strategica fondamentale per un modello di sviluppo locale originale e coerente con le vocazioni economiche del territorio, oltre che per una moderna ed efficiente gestione dei servizi Intercomunali con adeguati se non elevati standard qualitativi, in linea con le aspettative delle comunità locali. In questa direzione occorrerà consolidare il criterio di una programmazione territoriale sempre conforme con gli obiettivi prioritari da raggiungere con i mezzi che, purtroppo, compresi anche i fondi europei, non sono illimitati. Bisogna, pertanto, valutare più che positivamente il progetto di Unione avviato e promosso da Corigliano e Rossano che introduce, obiettivamente, rispetto al passato più o meno recente, un elemento innovativo rispetto ad un ormai sorpassato modo di concepire lo sviluppo locale. Nella nostra realtà regionale, e nello specifico del territorio della Sibaritide, dove Corigliano e Rossano rappresentano entità significative, superata la visione e la logica assistenzialistica dello sviluppo, sarà necessario, attraverso azioni sinergiche e concordate, trasformare le difficoltà in oppurtunità e le criticità in potenzialità, nella consapevolezza che lo sviluppo è sostenibile quando soddisfa i bisogni di una generazione creando le condizioni per potenziare le capacità delle generazioni future».
Oltre l’Unione dei Comuni da perseguire e realizzare non esistono, infatti, altre grandi alternative per il territorio ionico cosentino se non quelle connesse alle risorse dell’agricoltura, dei beni culturali ed ambientali, unite a un’offerta turistica sempre più competitiva per essere protagonisti attivi e non passivi dello sviluppo. A questo fine, nella nostra regione in generale, e nel territorio ionico cosentino in particolare, bisognerà considerare, tra gli obiettivi prioritari, il problema delle infrastrutture viarie, attraverso una non più rinviabile ristrutturazione della statale 106 per renderla finalmente idonea, sia sotto il profilo della sicurezza che delle esigenze connesse a un traffico di notevoli dimensioni sull’intero versante ionico calabrese. Per altro, proprio in questo territorio, è situato il porto di Corigliano, che pur essendo da anni una struttura definita e completa, è obiettivamente “sotto-utilizzata” e quindi, purtroppo, non inserita in un adeguato e proficuo meccanismo di sviluppo dell’intera area urbana Corigliano/Rossano/Sibari/Cassano/Trebisacce.
L’obiettivo del pur significativo processo di unione avviato dalle due città ioniche deve essere quello di realizzare una entità amministrativa in cui possa risiedere una comunità civile che viva e non sopravviva, e che sia in grado di stimolare, di concerto con le classi dirigenti amministrative, politiche, imprenditoriali e sociali, un processo di crescita socioecomomica connesso ai valori etici della solidarietà e della coesione sociale per una politica di sviluppo che persegua programmate finalità e non sterili, limitate, improvvisate occasionalità sganciate, tra l’altro, dalle peculiarità specifiche del territorio. Avanti tutta, pertanto, con la formazione di un coro, nel quale non potranno esserci nè voci stonate, ironie, scetticismi o vaghe astrattezze, ma solo una reale consapevolezza di un percorso da portare a termine nel superiore interesse delle comunità locali.
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