Gli anti Nazareno

LAMEZIA TERME C’è una lista che in questi giorni circola a Palazzo Chigi. Una lista, riferisce il Foglio di Giuliano Ferrara, piena di numeri, di appunti di calcoli e di stime possibile su quella che si annuncia la sfida cruciale di questo primo scorcio del 2015: l’elezione del presidente della Repubblica. Lo schema mette assieme gli appunti raccolti dalle principali correnti del Pd: renziani, Giovani Turchi (Orfini e compagnia), AreaDem (Fassino e Franceschini) e Area Riformista (Speranza, Cuperlo, bersaniani) e tiene conto dell’accordo che Renzi ha stretto con i leader di Forza Italia e Nuovo centrodestra.

Tra i fedelissimi di Renzi spiccano i deputati Ernesto Carbone e Ferdinando Aiello (ex Sel, da qualche mese transitato tra le truppe dem). E poi ancora il segretario regionale del Pd calabrese Ernesto Magorno e la deputata Stefania Covello. Tra coloro che seguiranno le indicazioni del premier quando ci sarà da scegliere il successore di Napolitano figurano pure il sottosegretario Marco Minniti, il parlamentare reggino Demetrio Battaglia e il franceschiniano Nicodemo Oliverio. Poi ci sono coloro che, negli elenchi compilati da Luca Lotti e Maria Elena Boschi, vengono definiti «a rischio». Si tratta dei parlamentari che sicuramente non possono essere annoverati tra le fila renziane ma sui cui è possibile lavorare per trovare un punto d’incontro. All’interno di questa schiera figurano la dalemiana Enza Bruno Bossio, il bersaniano Nico Stumpo e l’indipendente Bruno Censore.

Poi ci sono i «nettamente contrari» a ogni tipo di convergenza tra Pd, Ncd e Forza Italia. E tra questi vengono ricompresi la senatrice Doris Lo Moro (sull’Italicum è tra le più agguerrite avversarie interne del premier) e l’ex commissario del Pd Alfredo D’Attorre. A loro va aggiunta Rosy Bindi, che alle ultime elezioni guidava la lista calabrese del Pd alla Camera.