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«Il declino di Fi è colpa di Santelli, si dimetta»

REGGIO CALABRIA Forza Italia deve essere rifondata. E ancora: gli attuali vertici regionali devono andare a casa: dimissioni. Il coordinamento provinciale reggino di Moderati in rivoluzione, guidat…

Pubblicato il: 22/01/2015 – 11:20
«Il declino di Fi è colpa di Santelli, si dimetta»

REGGIO CALABRIA Forza Italia deve essere rifondata. E ancora: gli attuali vertici regionali devono andare a casa: dimissioni. Il coordinamento provinciale reggino di Moderati in rivoluzione, guidato da Carmelo Palamara, passa all’attacco e mette spalle al muro i presunti responsabili del tracollo azzurro, andato in scena alle ultime regionali e proseguito con le spaccature tra i principali azionisti del partito. «Qualcuno dovrà assumersi le responsabilità della reale disfatta di Forza Italia in Calabria, non ci si può aggrappare alla disaffezione nazionale che sta vivendo la politica, bisogna reagire da subito e condividiamo, pertanto, quanto da Fitto, Galati Foti e ancora Mancini, Albano, Bulzomì, Pacenza e Caputo esplicitato. Cioè: rifondare il partito», dice Palamara.
Che, numeri alla mano, analizza il declino di Fi: «Da maggio a oggi Forza Italia in Calabria ha perso 50.698 consensi, e cioè il 7,33% di voti, che poi la coordinatrice regionale, Jole Santelli, affermi che “siamo cresciuti rispetto alle europee” potrebbe significare un po’ di cose: o i suoi “analizzatori” sui risultati l’hanno informata male o lei non sa leggere i numeri o mente sapendo di mentire».
«A noi – continua Palamara – interessa Forza Italia, e per di più al Mir, parte integrante del partito azzurro, per cui credo sia nostro diritto esprimere il rammarico per una gestione folle ed irresponsabile di chi ha occupato fino a oggi ruoli per cui si è mostrato incapace». È indubbio che la debacle abbia dei responsabili: sono stati fatti sbagli, aggiunge il coordinatore di Mir, «ma possono chiamarsi errori il presentare solo tre liste e per giunta azzoppate, idonee ad affrontare una sinistra agguerrita con nove liste? Possono chiamarsi errori il formare liste in cui si inserisce di tutto, candidati da 5 voti e persino “bosniache” da 134 voti? Non si tratta di errori, si tratta di palese incapacità politica e pertanto chiediamo le dimissioni di coloro che hanno gestito il partito in Calabria».
A non convincere c’è pure il modo in cui è stato gestito il rapporto con i “cugini” di Ncd: «Cosa credeva la coordinatrice di Forza Italia, che portando al di qua della barricata gente di “scopellitiana memoria” non avrebbe permesso all’Ncd di raggiungere e superare il fatidico 8%? O magari, tentando di “svenare” la lista Ncd, riuscire a tarpare le ali a Pino Gentile? Questa è pura utopia, basta vedere cosa si è verificato al primo consiglio regionale». Serviva un’intesa con gli alfaniani, secondo Palamara, solo così «il percorso elettorale sarebbe stato diverso» con una possibile vittoria o, almeno, con una sconfitta che «certamente avrebbe avuto margini ristrettissimi rispetto a quelli abissali che si sono delineati. Ma come sempre, si ragiona per interessi personali, vero signora Santelli? Non è stato forse un suo interesse personale aver portato in Forza Italia il signor Orsomarso, o è stato un interesse da lei avallato al suo amico Scopelliti? E quindi la domanda nasce spontanea: perché Orsomarso sì in Forza Italia e Gentile no?».
Insomma, Palamara traccia un quadro deprimente circa la gestione del partito in Calabria e addebita a Jole Santelli la responsabilità di aver diviso il partito con «interventi chirurgici».
«Non condividiamo assolutamente nulla della sua gestione – afferma il coordinatore reggino all’indirizzo della parlamentare –, come non condividiamo il suo trincerarsi dietro il fatto di aver seguito alla lettera quanto richiesto dal Cavaliere, e questo non è vero e lo abbiamo evidenziato poco prima, come siamo convinti che non sia vero che il Cavaliere sia rimasto contento (vedi Corriere della Calabria dello scorso 18 gennaio) per come siano andate le cose in questa regione, perché se è veramente questo che si pensa allora è bene che chiudiamo bottega e rassegnati, torniamo a casa. Ma continuiamo con le negatività: non abbiamo condiviso la più assurda “genialata” partorita con la formazione di una lista parallela a quella di Forza Italia, e per giunta presentata col nome “Casa della libertà”. Si sarebbe potuto evitare di offendere l’intelligenza delle persone, poiché presentandola con un altro nome avrebbero fatto intendere che era una normale lista e non di matrice “scopellitiana”, dati i candidati inseriti in essa».
La conclusione è scontata: «È ora di dire basta, Forza Italia va rivoltata come un calzino, da Cosenza a Reggio Calabria passando per Catanzaro, non ha bisogno né di attori né tanto meno di “Manniquin”, ma di gente capace di gestire la politica con l’obiettivo principe di poter tornare a riconquistare, nel breve, quanto da altri usurpato». Ecco perché «gli attuali “gestori”» di Fi devono andare «tutti a casa».

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