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Parentela: il governo intervenga con urgenza

CATANZARO «Il governo intervenga immediatamente per evitare che il settore dell’apicoltura e della produzione del miele non venga distrutto». È quanto afferma il deputato M5S Paolo Parentela, primo…

Pubblicato il: 22/01/2015 – 11:17

CATANZARO «Il governo intervenga immediatamente per evitare che il settore dell’apicoltura e della produzione del miele non venga distrutto». È quanto afferma il deputato M5S Paolo Parentela, primo firmatario di un’interrogazione al ministro dell’Agricoltura. Parentela aggiunge: «Nel 2013 l’apicoltura ha generato un giro d’affari legato alla produzione di miele, cera, polline e altri prodotti apistici che si aggirava intorno ai 65 milioni di euro e che investiva 50.000 apicoltori coinvolti e 60 miliardi di api. Nel 2014 il settore ha conosciuto una diminuzione della produzione di miele che si aggira intorno al il 50%». «I motivi della forte crisi – continua il deputato Cinque Stelle – sono fattori ambientali, causati da straordinari eventi climatici, ma anche all’arrivo, in Calabria, dell’aethina tumida. Il pericolosissimo coleottero degli alveari ha causato una drastica diminuzione della produzione di miele in tutto il meridione. Al nord, invece, la crisi è causata dall’aumento esponenziale dell’utilizzo di fitofarmaci, che hanno contaminato gli alveari circostanti causando moria di api ed un drastico calo della produzione». Nell’atto di sindacato ispettivo, Parentela sottolinea che «in Italia due barattoli di miele su tre venduti nei negozi e supermercati contengono in realtà miele straniero, mentre più di 1/3 del miele importato proviene dall’Ungheria e quasi il 15% Romania, Argentina e Spagna dove sono permesse coltivazioni Ogm che possono contaminare il polline senza alcuna indicazione in etichetta. Una produzione d’eccellenza come quella del miele italiano – conclude Parentela – deve essere supportata e rilanciata dal lavoro della politica. È veramente estenuante assistere al lento declino dei prodotti agricoli italiani, che continuano a cedere importanti fette di mercato ai Paesi emergenti mentre la vecchia politica resta a guardare, in attesa di occasioni di rilancio per un Paese che, in realtà, sta crollando su se stesso».

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