VIBO VALENTIA La Marina di Tropea, non è solo uno dei luoghi più suggestivi della Costa degli dei. È anche quello in cui – forse proprio per preservare un’unicità che non ammette interventi esterni che minino passeggiate e vacanze – si starebbe consumando un’uccisione di massa nei riguardi dei cani e dei gatti “randagi” che si vengono a trovare sul luogo.
Metodo privilegiato, i soliti bocconi avvelenati, che proprio nel Vibonese – come nel caso del Parco delle rimembranze del capoluogo – hanno trovato, tristemente, un precedente. A Tropea le zone privilegiate sono invece il lungomare e la pineta del porto. Scampati per miracolo da questa pratica crudele, sarebbero stati alcuni cani con padrone lasciati liberi per le consuete passeggiate, e “recuperati” a seguito delle cure veterinarie che gli sono state somministrate subito dopo. Stessa sorte per i gatti, che starebbero “cadendo” a seguito dello spargimento di esche avvelenate.
«Non abbiamo conferma diretta ma – fanno sapere dalla Lav di Vibo Valentia – un cagnolino a spasso con la sua padrona sarebbe morto pochissimo tempo dopo aver raccolto e ingerito qualcosa da terra».
Da qui, l’appello della Lega antivivisezione al sindaco Giuseppe Rodolico, sollecitato tramite una missiva a «intervenire sul problema dei bocconi avvelenati». La lettera è stata inviata per conoscenza anche al Comando dei Vigili urbani di Tropea e all’Asp di Vibo.
LAV: «LA LEGGE PUNISCE CON CARCERE E SANZIONI»
«Gentile sindaco del Comune di Tropea – scrive la Lav – siamo venuti a conoscenza dello spargimento di bocconi avvelenati lungo la Marina di Tropea, precisamente dal porto fino alla Marina del Convento, una zona molto frequentata da tenutari di cani che portano a passeggio i propri animali.
Secondo quanto ci è stato segnalato, alcuni cani che hanno raccolto e ingerito dei bocconi avvelenati si sono salvati grazie alle immediate cure veterinarie. In zona, poi, sono stati avvistati diverse carcasse di gatti randagi, presumibilmente vittime di esche letali appositamente preparate e collocate lungo tutta l’area».
«Esprimendo la nostra profonda indignazione per azioni così riprovevoli di crudeltà gratuita verso gli animali domestici e randagi, fenomeno purtroppo non nuovo sul nostro territorio – prosegue la Lav vibonese – chiediamo che il Comune intervenga per indagare, nonché per controllare e bonificare la zona interessata, avvisando del pericolo con cartelli.
Questo, infatti, prevede la normativa in vigore. In particolare si dovrebbe fare riferimento all’ordinanza del ministero della Salute del 14 gennaio 2014, che proroga l’ordinanza del 10 febbraio 2012 e che reca norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati».
«È anche importante ricordare che è espressamente vietato – fanno sapere ancora dall’associazione – diffondere veleni dalla legge sulla caccia, che prevede un’ammenda fino a € 1549,37, e dalle leggi sanitarie, che prevedono la reclusione da sei mesi a tre anni e un’ammenda da € 51,65 fino a € 516,46. Avvelenare un animale – informa la Lav – è inoltre un reato ai sensi dell’articolo 544-bis del codice penale (uccisione di animali) e dell’art. 544-ter del codice penale (maltrattamento di animali). La preghiamo pertanto di intervenire – scrive l’associazione al sindaco di Tropea – anche attraverso campagne informative e di sensibilizzazione, per prevenire altri rischi per gli animali e anche per i cittadini, soprattutto per i bambini, per quanto – conclude – è in suo potere e dovere».
GLI EFFETTI SUGLI ANIMALI E I RISCHI PER I BAMBINI
In genere gatti e cani sono “vittime” di polpette – all’apparenza normali – che vengono però riempite con sostanze altamente tossiche, come veleno per topi, o in cui vengono avvolti dei fili anche metallici che provocano strozzamento o graffiature letali dell’esofago. Cani e gatti – ma in serio pericolo sono anche i bambini, abituati a raccogliere oggetti da terra e a metterli in bocca – a quel punto, muoiono di emorraggie interne ed esterne tra atroci dolori. I bocconi avvelenati, peraltro, sarebbero venduti – stando a quanto diffuso da alcuni siti animalisti – come prodotti da banco, senza che intervenga alcuna normativa che ne proibisca il reperimento. I sintomi sui malcapitati “amici dell’uomo” sono astenia, pallore delle mucose, dispenea, tosse, perdita di sangue dal naso, dalla bocca e altro. Può – proprio come segnalato dalla Lav – verificarsi anche la morte improvvisa se l’emorragia si è verificata nel sistema nervoso centrale.
z. b.
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