Nei giorni scorsi è stato siglato un Accordo di programma per la riconversione dell’area industriale di Porto Marghera, sottoscritto dal ministro dello Sviluppo economico, dal presidente della Regione Veneto, dal commissario straordinario del Comune di Venezia e dal presidente dell’Autorità portuale della stessa città.
Attraverso tale intesa arriveranno in quell’area industriale 153 milioni di euro di fondi pubblici per consolidare attività esistenti, favorire nuovi investimenti e realizzare nuove infrastrutture. I capitali provengono dai rimborsi di Alcoa e dalla Regione Veneto, il cui presidente Zaia ha annunciato che ci sono imprese pronte ad investire due miliardi di euro a Porto Marghera. Penso di non vaneggiare se immagino, come ho sovente sostenuto, che l’area industriale di Lamezia Terme possa diventare la Porto Marghera del Sud, a condizione che la politica ci creda con serietà, come avviene in Veneto, ed agisca di conseguenza. I temi della grande sfida sul ruolo di Lamezia e sulla sua area industriale sono rimasti sorprendentemente estranei alla recente competizione elettorale regionale, nonostante ci fossero tutte le condizioni per confrontarsi sull’incomprensibile definanziamento del Patto per lo sviluppo, all’interno del quale erano previsti per l’area industriale Papa Benedetto XVI interventi per oltre 30 milioni di euro di fondi comunitari per nuove infrastrutture e per favorire nuovi investimenti. La precedente amministrazione regionale ha evidenziato una spettacolare miopia politica nel trascurare quest’area, passandoci fugacemente per qualche kermesse nei saloni della Fondazione Terina; dal presidente Oliverio, così come dal presidente del Consiglio regionale Scalzo, ai quali va il più sincero augurio di buon lavoro, ci aspettiamo una profonda riflessione ed una scelta chiara, di fondo, sul ruolo e la vocazione strategica dell’area lametina, da non confondere con gli agglomerati industriali sparsi sul territorio regionale, la maggior parte dei quali sta ormai acquisendo una vocazione commerciale. Giova aggiungere che la scelta di valorizzare l’area industriale di Lamezia sarebbe non solo compatibile ma piuttosto complementare a quella del Porto di Gioia Tauro, del quale i maggiori esperti enfatizzano, quale grave limite, il fatto che le merci vi entrano e vi escono solo via mare e quindi l’assenza di un autoporto nei pressi. Proprio per sopperire a tale lacuna, nella programmazione comunitaria era stata prevista una piastra logistica per l’importo di 24 milioni di fondi comunitari, definanziata dall’amministrazione guidata da Scopelliti. Ordunque, se il presidente della Regione Veneto, a seguito del sudescritto Accordo di programma, ritiene di portare a Porto Marghera 2 miliardi di euro, perché in Calabria non dovremmo pensare di valorizzare e rendere più attrattiva la più grande e bella area industriale del Sud per attrarre investimenti nella misura di 500 milioni di euro? Possiamo ambire a valere un quarto del Veneto che non è al centro del Mediterraneo? Il nuovo presidente della Regione bandisca la sottocultura dei localismi e spieghi a chi eventualmente voglia privilegiare altri territori per motivi poco commendevoli, che questa operazione, finanziariamente coperta dai fondi strutturali (dovendo in Calabria fare a meno del contributo dell’Alcoa), può e deve farsi solo a Lamezia, dove, peraltro, confinante all’area industriale, insiste una realtà aeroportuale di grandissimo valore, la vera porta d’ingresso della Calabria, che negli ultimi anni, davvero arditamente, si è ritenuto di dequalificare, sperperando soldi in altri aeroporti che non riescono a stare sul mercato. Confidiamo che le dichiarazioni programmatiche del Presidente Oliverio, attese nei prossimi giorni in Consiglio Regionale, fughino ogni dubbio sul ruolo centrale ed insostituibile della città di Lamezia ed avviino un percorso di interventi da cui potrà nascere un coinvolgimento del Governo nazionale per un Accordo di Programma relativo all’area industriale Papa Benedetto XVI. Diversamente, esprimeremo le nostre opinioni a tutela della città, come abbiamo fatto con le Amministrazioni Loiero e Scopelliti, senza alcuna disparità di trattamento.
*ex presidente del Consorzio industriale della Provincia di Catanzaro
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