REGGIO CALABRIA «Non c’è logica dietro la decisione del governo di cancellare nove milioni di euro dalla dote dell’ex decreto Reggio». Lo afferma in una dichiarazione il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Alessandro Nicolò. «Renzi e la sua maggioranza, in Calabria e a Roma, da una parte, reclamano, giustamente, un atteggiamento – prosegue – diverso dall’Europa rispetto ai fondi per gli investimenti e lo sviluppo da detrarre dal computo del debito pubblico ai fini del Patto di stabilità, dall’altro, calano la scure dei tagli delle risorse destinate a Reggio Calabria. È un atteggiamento – dice Nicolò – che rasenta la schizofrenia politica e che aggiunge difficoltà su difficoltà alle già stremate condizioni finanziarie del Comune. È a tutti noto che le uniche fonti di finanziamento vere e spendibili per l’amministrazione comunale siano quelle del “decreto Reggio” e quelle attivabili attraverso i canali comunitari. Da qui, l’incomprensibile e illogico taglio al “decreto”, risorse che sono state finalizzate in massima parte alle opere civili ed al potenziamento ed ammodernamento del capitale fisso sociale. Oltre all’allarme e alla forte preoccupazione che suscita il provvedimento auspico pertanto che il sindaco Falcomatà assuma l’iniziativa di costituire con urgenza un tavolo di confronto interistituzionale, come già avvenuto per il Tar, coinvolgendo le forze politiche, ognuno per la propria parte di responsabilità e al di là degli schieramenti, per evitare un danno ulteriore alle prospettive della Città». «Non condivido – aggiunge Nicolò – certamente l’atteggiamento di chi si abbandona alle geremiadi per evidenziare le condizioni di particolari difficoltà in cui ci si sta muovendo. Viviamo, però, un momento che ci sollecita continue attenzioni per rintuzzare veri e propri tentativi di spoliazione di servizi ed uffici pubblici ed il depauperamento di investimenti vitali per il futuro di Reggio. Mi auguro dunque che la disposizione governativa, perverso effetto di talune politiche da “taglio orizzontale”, possa essere corretta tempestivamente dando il via ad importanti opere pubbliche non rinviabili ai fini dello sviluppo urbano cittadino e della sua periferia».
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