LAMEZIA TERME Dopo l’interrogazione di Nesci e Parentela e i solleciti da parte del ministro agli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta, a tentare di destare il ministro dei Beni e delle attività culturali da quella che appare come una “letargìa” sul caso Capo Colonna, sono la Cgil regionale e la segreteria della Camera del lavoro di Crotone.
Le due segreterie tentano di “suonare la sveglia” a Dario Franceschini, sollecitato tramite una lettera aperta a farsi carico, per quel che gli compete, del caso, e di far sospendere i lavori nell’attesa di un suo personale sopralluogo. La stessa missiva è, inoltre, rivolta al presidente della Regione Mario Oliverio, chiamato a prendere una «posizione meno equidistante». Allo stesso modo, vengono evidenziati i «rapporti non trasparenti con l’Eni» per quanto riguarda la bonifica dell’area.
«Il ministro Franceschini, sollecitato anche da interpellanze parlamentari e dalle lotte che sono in corso, da parte di associazioni e movimenti, per contrastare il disegno non chiaro di pavimentazione e cementificazione del promontorio di Capo Colonna – scrivono gli interessati – ha il dovere di venire in Calabria per rendersi conto di persona di ciò che è in atto e di rispondere all’opinione pubblica calabrese, nazionale e internazionale, perché Capo Colonna è patrimonio dell’umanità. Nel frattempo – chiosano dal sindacato e dalla Camera del lavoro – ha il dovere di far sospendere i lavori».
«Capo Colonna – continua la missiva – non può essere lasciata nelle mani delle lobby speculative locali, inseguendo una falsa modernità che ha come solo obiettivo quello di distruggere la bellezza, il paesaggio e il grande patrimonio archeologico. Lo stesso chiediamo al presidente Oliverio: il “realismo” non può portare a una posizione equidistante rispetto al conflitto in corso. O si sta da una parte, o dall’altra: i tratta di una questione rilevante per le prospettive della Calabria, bisogna prendere una posizione netta. Ma su questo tema – affermano Cgil e Camera di commercio – il presidente Oliverio ancora non ha fatto conoscere la sua opinione e valutazione. Vorremmo che si esprimesse».
«La vicenda di Capo Colonna ci allarma anche per il disegno della città e dell’area che questa amministrazione ha, soprattutto sul tema strategico della bonifica dell’ex area industriale. Non si hanno progetti, né si spendono i soldi, né si ha idea di cosa si intenda fare su quelle aree, ma soprattutto si ha una posizione subalterna e “non trasparente” nei rapporti con l’Eni sulla bonifica. Dopo 15 anni, siamo al palo di partenza con un occupazione risicata intorno alle trenta, quaranta unità, tra dirette e indirette, che segnala la volontà dell’Eni di non impegnarsi nell’opera di bonifica».
«Per la città di Crotone – è quanto scrivono i firmatari della lettera – il Comune è un autentica “Caporetto”, rispetto alla quale è necessario ribellarsi. Ci auguriamo, così come promesso dal presidente Oliverio, che nei prossimi giorni si possa arrivare a un tavolo sulle bonifiche e su quella di Crotone con il coinvolgimento del ministero dell’Ambiente, dell’Eni e delle forze economiche e sindacali locali per delineare un rilancio efficace, sul terreno occupazionale, della bonifica. Per fare chiarezza e per vedere bene anche i rapporti, i condizionamenti e le debolezze dell’amministrazione comunale. La bonifica di Crotone è un fatto non solo calabrese, ma nazionale, e il compito del presidente Oliverio è di realizzare questo obiettivo strategico – concludono – per lo sviluppo».
z. b.
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